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Ammortizzatori sociali

Cassa integrazione estesa per rispondere ai bisogni di lavoratori e imprese

La norma messa a punto dal ministero del Lavoro è stata illustrata dal ministro Andrea Orlando in occasione dell’incontro con le parti sociali 

Di Redazione |

Cassa integrazione estesa per far fronte alle nuove difficoltà di imprese e lavoratori. Con il via libera di venerdì scorso da parte del Consiglio dei ministri arriva un ulteriore periodo di cassa integrazione ordinaria, che dovrebbe essere di 26 settimane, per chi si trova in "particolare difficoltà economica", tra caro energia e carenza di materie prime, e abbia esaurito il limite precedente: nuova tranche da utilizzare fino a fine anno, su cui c'è uno stanziamento di 150 milioni. Estensione che riguarda anche alcuni codici Ateco del settore turistico, per i quali stanno invece per arrivare 8 settimane aggiuntive (per chi abbia terminato le 13 "ordinarie") previste nello stesso decreto. La norma messa a punto dal ministero del Lavoro è stata illustrata dal ministro Andrea Orlando in occasione dell’incontro con le parti sociali per fare il punto sulla riforma degli ammortizzatori sociali alla luce delle conseguenze dell’aumento dei costi di energia, della carenze di materie prime e delle conseguenze del conflitto in Ucraina. Un contesto preoccupante e in evoluzione. «Naturalmente, visto che gli scenari sono imprevedibili, si tratterà di adeguare via via gli strumenti che abbiamo a disposizione», precisa il ministro. 

Dal primo gennaio scorso è entrata in vigore la riforma degli ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di garantire un sistema di tutela «universale» per tutti i lavoratori, in ogni settore e a prescindere dalla dimensione dell’azienda. Un sistema che oggi, dopo il Covid, deve fare i conti con uno scenario nuovo tra rincari, inflazione e conseguenze della guerra. Intanto, tra le novità della riforma, i nuovi importi per gli ammortizzatori sociali con il tetto unico a 1.222 euro lordi al mese potranno essere erogati non solo ai lavoratori per i quali la richiesta è arrivata nel 2022 come inizialmente annunciato, ma anche a quelli per cui la richiesta è precedente e il periodo di sospensione è a cavallo degli anni 2021-2022. Lo precisa l’Inps, spiegando che i nuovi importi saranno erogati solo per i periodi di fermo a partire dal 2022 anche se la sospensione è iniziata prima. 

Dai sindacati ma anche dalle pmi del terziario, del turismo e dell’artigianato – Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, Cna e Casartigiani – il pressing resta alto. La richiesta pressoché univoca è di non fare «distinzioni» tra le aziende e di continuare a garantire la copertura degli ammortizzatori sociali (oltre il limite del quinquennio o del biennio mobile) mentre gli effetti della crisi pandemica si stanno ancora scontando e le tensioni del conflitto «iniziano a manifestare il loro impatto sulla nostra economia».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA