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L'intervento

Mobilitazione contro il precariato e investimenti, non elemosine

Di Luisella Lionti* |

Primo Maggio. Festa senza lavoro per tanti, troppi, siciliani. E non ci riferiamo ai soli disoccupati, ma anche a quanti sono sfruttati e sottopagati. A quanti non hanno occupazione stabile, sicura, dignitosa.Noi della Uil diciamo, anzi urliamo, che non è dignitoso il precariato a vita, negazione di presente e futuro per individui e famiglie. Non lo è sottostare al ricatto di chi ti offre un posto senza regole, né diritti. Non lo è vedersi imporre un part-time “prendere o lasciare”, come succede a moltissime donne di questa terra.

Non lo è faticare in fabbrica, in cantiere, nei campi senza poter contare su misure di sicurezza dovendo quindi vivere nel timore di non poter tornare a casa a fine turno.

Questi sono i motivi per cui nel nostro Paese, ma soprattutto nella nostra Isola, il Primo Maggio – come ha sottolineato il nostro leader nazionale Pierpaolo Bombardieri – non è una giornata di festa ma di mobilitazione. Da giorni ormai la Uil con Cgil e Cisl sta promuovendo assemblee in tutte le province siciliane, come nel resto d’Italia, per incontrare le persone: il popolo del disagio e della sofferenza che l’attuale situazione economica e sociale sta esasperando. Noi parliamo, ma soprattutto ascoltiamo per dare voce a chi non ha voce. La faremo sentire nei luoghi della nostra grande, partecipata e fortemente sentita iniziativa unitaria che culminerà nelle manifestazioni di piazza del 6 maggio a Bologna, del 13 a Milano e del 20 a Napoli dove solleciteremo investimenti, non elemosine, soprattutto per la Sicilia e il Meridione. E dove ricorderemo, semmai ve ne fosse bisogno, la necessità di rivalutare le pensioni e aumentare i redditi da lavoro dipendente, che il caro-prezzi e la stangata energetica hanno reso ancor più inconsistenti.

La Uil con Cgil e Cisl ha molte ragioni da sostenere. Noi siciliani abbiamo almeno un motivo in più per protestare. Ci riferiamo alla malapolitica e alla malaburocrazia che condannano questa terra al regresso, dando vita anche allo spettacolo grottesco e scandaloso dell’immissione in servizio alla Regione negata a 487 vincitori di concorso per mancanza di personale in grado di dare esito alle procedure. Un caso né unico, né raro!

Noi pretendiamo un’amministrazione pubblica che funzioni davvero. Una priorità, una svolta da troppo tempo attesa e non più rinviabile. Inutile lamentarsi se oggi, a causa della mancanza di risorse umane e di capacità progettuale, rischiamo di perdere molti soldi del Piano di ripresa e resilienza. Ogni euro sprecato grida vendetta, come la gridano i fondi europei che la Sicilia ha buttato al vento per decenni.

Noi pretendiamo, vogliamo ribadirlo, un’amministrazione pubblica che funzioni davvero. Lo diciamo da tempi non sospetti, da quando i soliti noti si affannavano a sostenere la necessità di privatizzare tutto. Anche la Sanità, che infatti ha scricchiolato alla prova della pandemia e non è implosa solo grazie a tanti eroi del nostro tempo che nei Palazzi della politica sono già stati dimenticati, scaricati e persino presi in giro con protocolli-fantasma, con promesse farlocche.

Ecco il Primo Maggio, in cui c’è poco da festeggiare e molto da rivendicare. Noi non lo faremo trascorrere invano.

*Segretario Generale Uil SiciliaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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