Lo dico
Catania: «Caro Sindaco, non serve l’Esercito, basta far rispettare le regole»
Apprendo che il nostro sindaco ha chiesto l’intervento dell’esercito per mantenere l’ordine in città. Una notizia che colpisce, ma che mi spinge a riflettere: davvero è questo ciò che serve per garantire il rispetto delle regole a Catania?
Un paio di settimane fa, quindi ben prima di questa richiesta, ho chiesto al locale sotto casa di abbassare la musica, che raggiungeva i 90 decibel. Per chi non lo sapesse, la soglia consentita in ambito urbano residenziale è di 30-40 decibel. La risposta che ho ricevuto è stata letterale: “Neanche se viene l’esercito”. Un’affermazione che suona beffarda, e che oggi, alla luce degli sviluppi, assume un significato ancora più amaro.
E infatti, l’esercito non servirebbe. O meglio, non servirebbe se già ci fosse un sistema di controllo e sanzione funzionante. Sono stati assunti quest’anno nuovi vigili urbani – un piccolo esercito, verrebbe da dire – eppure al telefono continuano a rispondere: “Non abbiamo pattuglie”, oppure “Non abbiamo gli strumenti per misurare il rumore”.
Nel frattempo, a casa mia nella stanza sopra il locale, spesso non si riesce nemmeno a parlare. Studiare, lavorare o dormire diventano imprese impossibili. Vivere, in senso pieno, non è più un diritto garantito. Ho già inviato PEC e segnalazioni, ma senza ricevere mai una risposta. L’unica alternativa, ormai, sembra essere andarsene. Lasciare la propria casa.
Eppure, continuo a credere che cittadini e turismo possano convivere. Succede in molte altre città d’Europa. Barcellona, per esempio, ha riconosciuto gli errori del passato e fatto marcia indietro. Noi, invece, sembra che stiamo ripetendo gli stessi sbagli, accecati dalla logica dell’intrattenimento a ogni costo.
Caro Sindaco, chiami pure l’esercito. Ma sarà inutile, proprio come mi ha detto chi ogni giorno infrange le regole, certo dell’impunità. Perché non basta una divisa se non c’è il potere – e la volontà – di agire, e un solido coordinamento tra i poteri, voglio credere ancora che questa città possa migliorare. Basterebbe già la polizia municipale, se fosse messa in condizione di lavorare. Non può essere una giustificazione dire: “È giorno, quindi si può”. No, non si può superare i limiti di legge. Non si può posizionare un amplificatore per strada. Non si possono servire alcolici ai minori.
E non si può nemmeno occupare marciapiedi e strade senza autorizzazione, eppure accade ogni giorno. In molte zone del centro storico è impossibile camminare: i tavoli invadono ogni spazio, costringendo i pedoni a passare per strada, spesso tra le auto. Se le concessioni esistono, allora sono palesemente fuori scala. Se non esistono, si tratta di occupazioni abusive tollerate. In entrambi i casi, l’effetto è lo stesso: la città diventa invivibile per chi la abita.
E poi c’è l’odore. Sì, gli odori forti e persistenti di fritto e cucina che invadono le strade, persino in piazza Duomo, simbolo della città. È evidente che molti impianti di aspirazione non sono a norma o sono malfunzionanti. Anche questo è un segnale di incuria, di mancanza di controlli, di una città dove ogni regola può essere aggirata.
Chiedo soltanto quello che ogni cittadino dovrebbe poter pretendere: una città vivibile, ordinata, rispettosa di chi la abita. Una città dove l’illegalità non venga tollerata, soprattutto quando è sotto gli occhi di tutti. Se non fossi fiduciosa e avessi perso la speranza non scriverei questo articolo e non chiederei la collaborazione del nostro sindaco o della polizia municipale, voglio ancora credere e sperare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA