Catania: il coraggio e la passione di due sorelle infondono fiducia

Di Nome Cognome / 18 Settembre 2019

Poche cose mi emozionano, cerco sempre la meraviglia e quando questa mi inonda a sorpresa carica, colma, di energia forte, allora, resto senza parole, così è stato sabato scorso, quando ho visto la saracinesca della Prampolini alzarsi, quando alla domanda che le due coraggiose sorelle hanno rivolto alla folla assiepata in mezzo alla strada, fra le mura stanche e sporche di una Catania che cerca ancora la Luce, verso il cielo azzurro di nuvole sparse dove i gabbiani ridono fra le cupole tonde e piene come le tette offese, rubate, della loro Santa, ecco, lì, allora mi sono emozionata, nel vedere quelle due Sorelle, dire forte alla gente “allora che facciano? La Prampolini chiude o Apre ? ” ecco in quell’ istante c’era steso lì fuori tutto il loro coraggio e la loro fragilità, stesa come un lenzuolo bianco, lo stesso lenzuolo che si stendeva a sventolare una verginità offesa, perché in Sicilia le femmine la loro verginità in piazza la dovevano mettere, io credo che non ci sia niente di più vergine e bianco di chi ha il coraggio e la forza di mostrarsi nudo con la paura e la gioia negli occhi alla stessa misura, nudo davanti ad una città ombrosa, catturata, povera, la cui bellezza impera sfacciata negli edifici antichi, nelle volte delle sale, nelle chiese messe nuovo, nel barocco del Biscari, dove scorre nelle viuzze delle pescheria quel feto che non è mai cambiato, puoi immaginare ancora le vesti sporche e grigie della povera gente e l orlo delle gonne di piscio e terra imbrattato, da quelle arterie se chiudi gli occhi senti pure i versi del Tempio, l odore delle ciprie sulle tette delle nobili che invece in mezzo alle cosce nascondevano il puzzo dei loro intrighi, i monaci mantenuti e Nelson che arriva, i gabbiani che ridevano allora come oggi, che questa città di preghiere ne ha già tante e la gente è sempre quella, c è chi puzza e chi no, i versi del Poeta sono sempre attuali, gli orli imbrattati e di odore di cipria quante ne vuoi, che Catania Femmina è, come a Muntagna, come la Santa, e quelle due Sorelle mi hanno emozionato con quel loro spogliarsi davanti a tutta quella gente, occhi grandi, lucidi, languidi,
E gabbiani sulla testa che continuavano a ridere, e magari, li in mezzo, c erano anche Capuana e Pirandello e tutti gli altri…
E magari, questa volta Catania si alza, e quelli che stavano lì fuori qualche lettura la fanno ancora, e magari chi ha figli racconta loro come a volare si può fare con il naso dentro ad un libro.

Antonia Nicolosi

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Redazione
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