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Catania: vasca d’amianto usata come cassonetto in via Plebiscito

Di Redazione |

Vasca di Amianto ROTTA in via Plebiscito, il comune risulta ASSENTE nonostante le segnalazioni. C'è spazzatura e spazzatura, lo sappiamo benissimo, ci sono i sacchi dell'indifferenziata dentro la plastica, la carta e cartone dentro l'indifferenziata, mobili, specchi e materassi abbandonati quotidianamente nei pressi di Via Plebiscito, questa spazzatura fa male alla bellezza della città, ma per lo meno non mette a rischio di vita le persone che passeggiano per quelle vie. Invece adesso la salute pubblica è messa a rischio dal 14 Febbraio, infatti in via Plebiscito all’altezza del numero 584, di fronte a due supermercati e nel cuore della città, c’è anche una vasca di amianto ROTTA accanto ai cassonetti, è lì a tenere compagnia al resto della spazzatura. Alla fine della lettura di questo articolo capirete che l’amianto a Catania viene trattato come se fosse spazzatura qualsiasi. Non tutti sanno che l’amianto e l’eternit sono dei materiali cancerogeni. Infatti, se danneggiati, rilasciano nell’aria delle minuscole particelle a forma di uncino che quando vengono respirate si agganciano agli alveoli polmonari, facendo sviluppare in pochi anni diverse patologie come MESOTELIOMA, TUMORE AI POLMONI, ASBESTOSI. La cosa grave è che anche se viene respirato per poco tempo ed in piccole quantità, può provocare queste malattie. Ebbene sì, dal 14 di Febbraio proprio in via Plebiscito, dove ci sono supermercati fruttivendoli, semafori, negozi e tabaccai, si rischia grosso! Grosso quanto una vasca di AMIANTO di un metro e mezzo per un metro e mezzo, ovviamente ROTTA. Questo vuol dire che le persone che vanno a fare la spesa, che lavorano lì, che fanno passeggiare il cane o che semplicemente si fermano al semaforo, sono a rischio di sviluppare tra pochi anni malattie gravi a carico del sistema respiratorio. Ovviamente non tutti sanno riconoscere una vasca di amianto o di eternit, quindi sembra proprio che ciò possa giustificare anche il ritardo delle forze dell’ordine nello smaltimento della vasca; infatti nonostante 15 giorni di segnalazioni, la vasca continua ad essere lì, riempita di spazzatura, come se fosse uno dei cassonetti vicini; quel che è peggio è che viene pure svuotata dalla Dusty quotidianamente, ma purtroppo, lasciata lì, abbandonata sul marciapiede mentre di giorno in giorno si frantuma sempre di più, rilasciando le particelle cancerogene nell’aria. Ecco la mia avventura, non ancora finita, per far rimuovere la vasca di amianto ROTTA. Giorno 15 Febbraio, mi rendo conto che, nella notte qualcuno ha lasciato la vasca, quindi chiamo la polizia per segnalare il problema, la polizia mi dice di chiamare i vigili urbani, quindi li chiamo; mi risponde il centralino che passa la chiamata all’ufficio “competente”. Resto in linea 32 minuti, dopodiché cade la linea. Chiamo nuovamente il centralino, che mi suggerisce di chiamare due numeri diversi. Non risponde nessuno. Giorno 16 Febbraio, chiamo i vigili del fuoco che mi dicono di chiamare l’ufficio Direzione Ecologia e Ambiente, cerco il numero su internet, vedo che l’ufficio è aperto al pubblico solo 8 ore a settimana, Martedì e Giovedì dalle 9 alle 13. Chiamo di nuovo i vigili, parte la segnalazione, lascio i miei dati, cerco di far presente la gravità della situazione. La vasca di amianto continua ad essere ignorata, mando una email con le foto all’ufficio vigilanza e ambiente, poi, non ricevendo risposte, vedo su internet come fare per segnalare la presenza di amianto in un luogo pubblico. Vedo che bisognerebbe chiamare la ASL, che a sua volta dovrebbe informare l’ARPA. Decido di bypassare la ASL, cerco il numero dell’ARPA sul sito istituzionale arpa.sicilia.it sezione CATANIA, il numero che si trova su questo sito è INESISTENTE. Chiamo un laboratorio che lavora per l’ARPA, mi danno il numero giusto; al numero corretto dell’ ARPA mi dicono che devo chiamare il comune. I giorni seguenti chiamo l’URP, ufficio relazioni con il pubblico, cerco di spiegare la situazione, mi dicono di inviare una e-mail con le foto ed i dettagli sulla posizione della vasca a due indirizzi di posta elettronica diversi. Nulla accade, nessuna risposta, chiamo di nuovo per sapere cosa stessero facendo dato che la vasca rimane lì, la segnalazione è partita. La vasca è rimasta un’altra settimana. Decido di documentare ogni giorno tutto con instagram, dove ricevo tantissimi messaggi di molta gente che COMPRENDE la gravità della situazione. Comprende forse perchè hanno amici o parenti malati o morti di mesotelioma o cancro, comprende forse perchè sono consapevoli della gravità della situazione, insomma, comprende molta gente per fortuna, quindi in tanti mi chiedono come fare per aiutarmi e far sentire che non sono solo io l’unica ad essere indignata. Partono varie email indirizzate sia all’URP che all’ufficio direzione Ecologia e Ambiente con le foto e le segnalazioni della vasca. Ovviamente tutto tace e tutto rimane così com’è. Ad oggi, 3 marzo, non è stato fatto nulla, ho chiamato più volte sempre gli stessi numeri, chi risponde al telefono scarica il barile ad un altro ufficio di competenza, l’unica certezza è che passare da via Plebiscito, zona incrocio con Via Vittorio Emanuele mette a rischio la vita delle persone, e, paradossalmente, passeggiare in questa via mette più a rischio la salute rispetto che entrare dentro il supermercato di fronte senza la mascherina. Martina Platania

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