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Catania Caritas: “Non si potrebbero facilitare le donazioni?”

Di Redazione |

Ho un bimbo di 3 anni, che da poco è passato al latte naturale. Avendo un paio di casse di latte artificiale Humana 3, debitamente sigillato e con scadenza lunga, ho pensato bene di donarlo. Pensavo che un gesto del genere fosse tanto nobile quanto semplice…Ma con la Caritas di Catania mi sbagliavo. Premetto che lavoro come referente legale di una banca in centro città a Catania: purtroppo il mio orario di servizio è abbastanza rigido e peraltro risiedo in altro comune. Ho dunque poco tempo libero. Per le ragioni esposte, avevo richiesto se era possibile una consegna ‘a domicilio’ o quanto meno in un luogo convenuto. La Caritas non ha mezzi e riceve donazioni unicamente nella propria sede. Bene. Per ‘carità’. Avevo così richiesto un indirizzo, cui spedire a mie spese il relativo pacco. La Caritas non può ricevere pacchi, se non previa indicazione della esatta data di scadenza (non basta asserire che i prodotti non siano scaduti) e magari ogni altro dettaglio utile come il codice a barre, il numero del lotto, i dati sull’importatore e sul produttore, previa verifica finale del ‘responsabile’. Ma tutto questo ha senso? Voglio solo regalare il latte di mio figlio a persone meno fortunate di me e a momenti ho l’impressione di avere davanti cortesi e zelanti funzionari doganali. Io non sarò Bezos: non regalo un ospedale o due autotreni di tonno, ma non pensavo di ricevere un cortesissimo ‘dobbiamo valutare, le faremo sapere’. Ma tutto finisce bene…Il mio latte poco gradito è stato ricevuto immediatamente dalle Suore del mio paese, evidentemente meno interessate alla scadenza dei prodotti.

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