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Simeto: amianto nella riserva naturale dei Calanchi del Cannizzola

Di Redazione |

Come è ormai tristemente noto ai più, l’esposizione all’amianto uccide ancora oggi migliaia di persone ogni anno. Si ritiene purtroppo che tale numero potrebbe continuare ad aumentare nei prossimi dieci anni. Solitamente trascorre un lungo periodo di tempo fra la prima esposizione all’amianto e l’inizio delle patologie correlate. Soltanto impedendo o minimizzando tale esposizione le malattie correlate all’amianto potranno essere finalmente eliminate. I manufatti contenenti amianto più diffusi sono naturalmente le lastre di eternit piane o ondulate utilizzate per copertura in edilizia, nel sito che vi mostriamo sembrano siano presenti sia pannelli ondulati che tubazioni in quantità non compatibili con una privata abitazione ma apparentemente assimilabili ad attività industriali o di illecito smaltimento. In tali manufatti l’amianto è inglobato in una matrice che, quando è in buono stato di conservazione, impedisce il rilascio spontaneo delle fibre.A causa del deterioramento tuttavia, ed ancor di più quando questo materiale viene abbandonato già in pessimo stato di conservazione ed esposto alle intemperie, subisce un deterioramento per azione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell’erosione eolica, che ne determinano la rapida corrosione superficiale con affioramento delle microscopiche fibre e la conseguente liberazione di queste nell'aria. Nelle coperture, ma anche nel caso delle tubazioni la liberazione di fibre avviene facilmente in corrispondenza di rotture delle lastre o di aree in cui la matrice cementizia è prima indebolita e poi corrosa e scagliettata. Le fibre rilasciate sono disperse dal vento e, in misura maggiore sono trascinate dalle acque piovane, raccogliendosi nei canali di scolo o vengono disperse nell’ambiente dagli scarichi di acque piovane non canalizzate, infiltrandosi nei terreni ed inquinando aree ben più grandi di quelle dello sversamento, diventando volatili e nuocendo anche agli escursionisti occasionali che con il semplice passaggio ed calpestio ne sollevano parzialmente le piccolissime fibre.

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