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Messina, disposte indagini sulla prof morta un anno fa dopo la vaccinazione con Astrazeneca

Secondo il Gip  «non può cioè escludersi che una qualche negligenza, imprudenza o imperizia sia stampa commessa

Di Redazione |

 Il Gip di Messina ha disposto l'avvio di indagini per la morte della professoressa Agusta Turiaco, di 55 anni, deceduta il 30 marzo 2021 per gli esiti di una trombosi dopo che le era stata somministrata una dose del vaccino AstraZeneca. Il giudice, non accogliendo la richiesta di archiviazione della Procura, nel provvedimento ha spiegato che "il ricorso a procedure d’urgenza e di emergenza non può esonerare del tutto da ogni forma di responsabilità». Il Gip, accogliendo l’opposizione del legale della famiglia, l’avvocato Daniela Agnello, ha disposto l’acquisizione di documentazione e accertamenti investigativi, l’audizione di persone informate e approfondimenti di alcune perizie. Gli accertamenti sono finalizzati a verificare che sia stato «somministrato un vaccino sicuro» e ad individuare e attribuire eventuali responsabilità per il «decesso a qualsivoglia indagato da individuarsi, potenzialmente, nel produttore del vaccino o in coloro che abbiano eventualmente concorso nella sua approvazione e commercializzazione». 

Il Gip ribadisce che «non può in alcun modo mettersi in discussione l’utilità e la necessità di una massiccia campagna di vaccinazione per fronteggiare la pandemia, peraltro ancora in atto». «Solo il ricorso alla scienza e agli strumenti da questa offerti, tra i quali vi è certamente il vaccino – sottolinea il Giudice – può permettere di arginare ed ha in verità arginato le migliaia di morti in Italia e nel mondo dovute proprio al diffondersi del virus ormai a tutti tristemente noto».

Ma, osserva il Gip, anche «in un contesto di tal fatta, che certo impone anche scelte emergenziali, non può non evidenziarsi che a livello mondiale si è fatto ricorso a protocolli di urgenza e di emergenza per la sperimentazione e la commercializzazione di vaccini peri fronteggiare il diffondersi della pandemia». E questo, però, secondo il giudice, «non può esonerare del tutto da ogni forma di responsabilità, anche solo in astratto». Quel che il Gip chiede di accertare è «se l’evento che ha portato al decesso della vittima fosse ragionevolmente conoscibile e prevedibile dal produttore al momento in cui il farmaco è stato prodotto, immesso in circolazione e nel momento in cui lo stesso è stato somministrato alla vittima». 

La Procura dovrà, tra l’altro, «acquisire le autorizzazioni rilasciate dalle competenti autorità e sentire il presidente del comitato tecnico scientifico o un suo delegato, per chiarire se le autorizzazioni siano state rilasciate in conformità alle procedure, anche eventualmente emergenziali, previste per la sperimentazione e la commercializzazione dei vaccini» e «far chiarire ai consulenti tecnici se, in base alle conoscenze del tempo, nel foglio informativo del farmaco o in quello del consenso informato, potesse essere espressamente indicato l'effetto collaterale che ha poi portato al decesso della Turiaco». .   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA