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Il caso

Quei cognomi sempre uguali, cosa c’è dietro la “parentopoli” al Cas

Il Consorzio autostrade siciliane ha deciso di sospendere le procedure concorsuali avviate fra il 2021 e il 2022

Di Nino Arena |

È stato il ripetersi dei nomi a mettergli una pulce nell’orecchio, a fargli balenare in mente il rischio di una parentopoli, così il presidente del Consorzio autostrade siciliane, Filippo Nasca, ha deciso di sospendere per trenta giorni le procedure concorsuali in fase di espletamento, avviate fra il 2021 e il 2022.

«Risultano infatti fra i vincitori o gli idonei di alcune prove espletate – recita un comunicato del Cas – diversi candidati con rapporti di parentela con dipendenti in servizio o con altro personale in atto utilizzato dall’ente».

«Nessun illecito è stato accertato – chiarisce lo stesso presidente Nasca – e al momento confermo piena fiducia sia nelle commissioni di concorso che si stanno occupando delle procedure, sia nel personale dell’ente che si occupa in via amministrativa dei concorsi. Tuttavia, per ovvie ragioni di trasparenza, appare necessario verificare questa anomalia prima di concludere le procedure di reclutamento».

In ballo ci sono numerosi posti di lavoro, che per il Cas potrebbero tradursi in una maggiore efficienza: 105 esattori ai caselli, quattro funzionari direttivi di area amministrativa, due istruttori di area amministrativa, un funzionario contabile, due funzionari di area tecnica (uno per l’area l’impiantistica e manutenzione e l’altro per l’informatica), un istruttore di area informativa e digitalizzazione; otto posti, infine, sono riservati a portatori di handicap, quattro dei quali per funzionari tecnici, due di istruttori tecnici e altrettanti di istruttori contabili.

Non si sa se il presidente Nasca si sia rivolto alla magistratura aprendo un ulteriore fronte di indagini, tuttavia sono diverse le inchieste aperte dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Messina, non ultima quella che all’inizio dello scorso mese ha portato la Direzione investigativa antimafia a eseguire quattro provvedimenti restrittivi (un ex dirigente del Cas e due imprenditori finiti ai domiciliari, mentre per un terzo è stata disposta la sospensione, per sei mesi, dall’esercizio d’impresa accusati in concorso per turbata libertà dei pubblici incanti) per un appalto pilotato da quasi 10 milioni di euro.

Si trattava, in quel caso, dei servizi di presidio antincendio sull’A18 Messina-Catania e sulla A20 Messina-Palermo, aggiudicati il 26 agosto 2021 a un raggruppamento temporaneo di imprese. Ad agitare le giornate negli uffici del Cas, in contrada Scoppo, non sono solo le inchieste della magistratura, ci sono anche le sollecitazioni degli utenti per le troppe interruzioni e l’attenzione costante dei deputati dell’Ars, ne è prova l’audizione della IV commissione Ambiente e Territorio che nei giorni scorsi si è recata a Messina per discutere della situazione attuale delle autostrade in Sicilia e dei progetti per migliorare la viabilità della regione, da Messina a Catania e Palermo e, ancora, da Siracusa a Gela.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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