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Stati generali stampa, Barachini: «Occorre tutelare il diritto all’informazione anche nel digitale»

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, ha preso parte, con un video messaggio, ai lavori in corso a Taormina

Di Redazione |

«L’informazione troppo spesso è autoreferenziale, ed è un circuito vizioso che può attrarre nel breve periodo lettori e ascoltatori, ma non offre ai cittadini le risposte alle tante crisi: dalla pandemia alla guerra, dal clima all’emergenza idrica». Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, in un videomessaggio inviato agli Stati generali della parola, dell’informazione e dell’editoria che si sono aperti a Taormina.

«I cittadini hanno bisogno di una pluralità di voci, ma anche – ha aggiunto – di notizie rigorose che non usino un linguaggio allarmistico e sensazionalistico per richiamare l’attenzione. La polarizzazione e la disintermediazione dei social si possono mitigare e depotenziare così. E i social, in questo modo, possono tornare e svolgere il ruolo che gli è proprio: non costituire la fonte dell’informazione, ma un luogo di confronto, meglio se è lontano dalla tentazione di estremizzare, aumentare il traffico e le visualizzazioni. La fonte dell’informazione deve avere responsabilità ben precise e riconoscibili».

«A 60 anni dalla legge che ha creato l’Ordine e tutelato i cittadini nel loro diritto di essere informati e tutelato i professionisti dell’informazione credo», – ha aggiunto il sottosegretario «una riflessione sull’attualità sia urgente e necessaria. Questi diritti vanno protetti oggi, specialmente nel contesto digitale». «E’ necessario che chi ha il compito di vigilare sul rispetto delle regole deontologiche – ha detto ancora – lo faccia con attenzione addirittura maggiore e superiore rispetto al passato, per rendere la catena delle responsabilità chiara e trasparente ed effettivo il rispetto delle stesse norme in vigore e regole nell’editoria tradizionale. Sono questi i binari di quella che definisco la responsabilità reciproca e che devono guidare il sostegno pubblico all’editoria, al quale deve corrispondere un impegno degli editori tradizionali e digitali a contribuire all’autorevolezza dell’informazione e al pluralismo».

«Desidero ringraziare i cronisti siciliani. Siamo debitori con ciascuno di loro perché grazie al coraggioso lavoro di questi colleghi negli anni del Dopoguerra abbiamo imparato a decifrare i codici a volte occulti e misteriosi della Sicilia». «La mia gratitudine va, particolarmente – ha aggiunto il sottosegretario – a chi ha perso la vita a causa del suo impegno giornalistico, alle loro famiglie, ma anche ai colleghi che ogni giorno continuano a dare il loro contributo all’informazione di questa terra e alla democrazia dell’Italia, anche a rischio della propria sicurezza personale».

«Le realtà editoriali locali, digitali e tradizionali, sono un presidio territoriale insostituibile per l’Italia. Siamo preoccupati perché possono incontrare difficoltà nel chiudere accordi remunerativi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA