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8 marzo: terrore post-golpe rigetta le donne birmane nel buio

Ricerca Onu, paura e isolamento impediscono cure e guadagni

Di Redazione |

ROMA, 08 MAR – Violenza, stupri, uccisioni, rapimenti e raid notturni nelle case da parte dei militari hanno creato in Birmania un clima di terrore che ha tagliato le donne fuori dall’assistenza sanitaria, in piena emergenza Covid, e dalle fonti di guadagno. Relegandole, in una parola, di nuovo al buio. E’ quanto si desume da una ricerca svolta fra 2.200 donne birmane, intervistate lo scorso dicembre al telefono in tutto il Paese dall’Undp e UnWomen – le agenzie dell’Onu sullo sviluppo e sulle donne -, a un anno dal colpo di stato militare e dopo due anni di devastante pandemia. “Regressing Gender Equality in Myanmar: Women Living Under the Pandemic and Military Rule” (Il regresso nell’eguaglianza di genere in Birmania: la vita delle donne sotto la pandemia e il regime militare), presentato in occasione della Giornata della donna, ha scoperto che la combinazione di pandemia e golpe hanno riportato indietro le lancette dopo un decennio di innegabili progressi. Un terzo delle donne intervistate ha detto di avere paura a circolare nei propri quartieri: “C’è una differenza abissale con quanto dichiarato (in un precedente sondaggio) nel 2019, quando era solo il 3,5% delle donne a dichiarare di non sentirsi al sicuro durante il giorno nella loro comunità”. Ora, “metà delle donne intervistate dice di avere paura durante il giorno fuori dalle comunità e oltre un terzo addirittura di avere timore nella propria abitazione, di notte”, si legge nella presentazione, sul sito dell’Undp. Una donna su 10 ha avuto problemi durante la gravidanza o l’allattamento e non ha potuto riceve assistenza. E quasi 7 donne su dieci, si legge nel rapporto, confessano che il loro reddito, già messo a dura prova dal Covid, è crollato drasticamente dopo il colpo di stato. “Tutto questo – ha detto Kanni Wignaraja, direttore di Undp per Asia e Pacifico – avrà un impatto negativo duretto sulle future generazioni e sulla prosperità complessiva della Birmania”.

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