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L'ex re dell'hip hop Sean “Diddy” Combs giudicato colpevole di prostituzione ma assolto dalle accuse più gravi

Il cantante e produttore a questo punto non rischia più l'ergastolo

Redazione La Sicilia

02 Luglio 2025, 17:02

65th Cannes Film Festival - Killing Them Softly Premiere

epa03230599 US rapper Sean John Combs known as Puff Daddy or P. Diddy arrives for the screening of 'Killing Them Softly' during the 65th Cannes Film Festival, in Cannes, France, 22 May 2012. The movie is presented in the Official Competition of the festival, which runs from 16 to 27 May. EPA/IAN LANGSDON

La giuria ha giudicato l'ex tycoon dell’hip-hop Sean 'Diddy' Combs non colpevole per i due capi d’imputazione di traffico sessuale né per associazione a delinquere. Lo riporta la Cnn. La Corte penale di Manhattanha invece ritenuto colpevole L'imputato di traffico per la prostituzione. A questo punto non rischia l’ergastolo, essendo stato ritenuto non colpevole per le accuse più pesanti.

Durante le sette settimane del processo i dodici giurati hanno ascoltato 34 testimoni e hanno esaminato attentamente migliaia di pagine di trascrizioni di conversazioni telefoniche e messaggi di testo nel tentativo di decidere il destino della star dell’hip-hop. P. Diddy, il cui vero nome è Sean Combs, accusato di aver costretto alcune donne - tra cui la sua fidanzata dal 2007 al 2018, la cantante Cassie, e un’ex fidanzata più recente che ha testimoniato sotto lo pseudonimo di "Jane" - a partecipare a maratone sessuali con altri uomini mentre lui si masturbava o filmava. Lo ha anche accusato di aver creato una rete criminale, da lui guidata, per organizzare queste maratone, note come "freak-off".

"Non sono state assolutamente libere scelte", ha ribadito il pubblico ministero Christy Slavik nella sua arringa finale, specificando che le presunte vittime "erano drogate", "esauste e sofferenti". "Lei (Cassie) è sempre stata libera di andarsene. Ha scelto di restare perché era innamorata di lui e lui era innamorato di lei (…), ama il sesso e le fa bene", ha ribattuto Marc Agnifilo, l’avvocato del rapper.

P. Diddy si è dichiarato non colpevole di queste accuse e ha scelto di non testimoniare, una strategia difensiva comune negli Stati Uniti. I suoi avvocati non devono dimostrare l’innocenza del loro cliente, quanto seminare un ragionevole dubbio tra i membri della giuria. Durante il processo, i suoi avvocati hanno fatto tutto il possibile per screditare i testimoni dell’accusa attraverso aggressivi controinterrogatori e hanno tentato di dimostrare che il loro cliente aveva uno stile di vita "poliamoroso" non punibile penalmente.

Cassie è stata quindi sottoposta a una raffica di domande, volte a farle ammettere di aver partecipato volontariamente a questi atti sessuali con altri uomini. La cantante non ha contestato le accuse, spiegando però di essere sotto l’influenza del fondatore della Bad Boy Records, la cui fortuna è stata stimata in 700 milioni di dollari dalla rivista Forbes nel 2019. Cassie e "Jane" hanno ammesso che le loro rispettive relazioni riguardavano l’amore, ma che erano contemporaneamente sottoposte a minacce alla loro reputazione, alla situazione finanziaria e all’integrità fisica.

"Lui (P. Diddy) era così fuori luogo che non riusciva nemmeno più a vederlo", ha detto un altro pubblico ministero, Maurene Comey, aggiungendo che il rapper si sentiva "intoccabile". "Ma l’imputato non è Dio", ha detto ai giurati, sperando in una condanna.