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Biden vieta l’import dalla Russia di petrolio e gas naturale: ancora un segnale per Putin

Il segretario di Stato Antony Blinken dall’Estonia ha chiesto all’Europa di liberarsi dalla dipendenza energetica russa

Di Redazione |

Il presidente americano Joe Biden annuncia l’embargo sulle importazioni di petrolio e gas naturale dalla Russia nell’ambito di una nuova stretta contro l'invasione dell’Ucraina, mentre un gruppo bipartisan di senatori americani punta a introdurre un provvedimento che impedisca a Mosca di vendere le sue riserve di oro per aggirare le sanzioni. Intanto, se si allunga la lista dei grandi marchi che hanno sospeso le loro attività in Russia, ci sono alcuni giganti – McDonald’s, Starbucks e Coca-Cola – che ancora operano nel Paese e su di loro la pressione sta crescendo, tanto da spingere molti a pensare a una campagna di boicottaggio. 

Era nell’aria da giorni ma adesso è ufficiale: il presidente americano ha deciso di vietare le importazioni di petrolio e gas naturale dalla Russia, a prescindere da quello che sarà l'atteggiamento degli alleati europei che sull'argomento sono divisi. Il segretario di Stato Antony Blinken dall’Estonia ha chiesto all’Europa di liberarsi dalla dipendenza energetica russa. Parlando in una conferenza stampa a Tallinn con la premier estone Kaja Kallas, Blinken ha sottolineato che «in questo momento c'è un’opportunità, non solo significativa ma imperativa, per molti paesi in Europa, di liberarsi dalla dipendenza dall’energia russa». La Russia, ha insistito, «usa l'energia come un’arma». Oltre al petrolio, Washington punta a colpire l’oro di Mosca con un gruppo di senatori democratici e repubblicani che intende introdurre un provvedimento in questo senso. «Le massicce riserve di oro sono uno degli ultimi asset che Putin può usare per prevenire il collasso dell’economia russa. Imponendo sanzioni sulle riserve possiamo isolare ancora di più la Russia e rendere più difficile per Putin finanziare la sua campagna militare», affermano i senatori augurando un’approvazione della misura già in settimana. 

Intanto cresce la pressione negli Usa su alcuni giganti che non hanno ancora interrotto le loro attività in Russia tanto da spingere molti a pensare a una campagna di boicottaggio. I marchi nel mirino sono McDonald’s, KFC, Burger Kong, Starbucks, PepsiCo e Coca-Cola che finora hanno scelto di adottare un profilo basso restando per lo più in silenzio dell’invasione dell’Ucraina. Sui social media però la pressione iniziare a salire a dismisura.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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