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Il dialogo

Cardinale Diziwisz: «Il patriarca Kirill ostacola l’azione del Papa»

Lo storico segretario di Giovanni Paolo II, il cardinale Stanislaw Diziwisz, ex arcivescovo di Cracovia

Di Manuela Tulli |

CRACOVIA- Il ruolo del Patriarca di Mosca Kirill, che ha benedetto la guerra di Vladimir Putin, è un ostacolo all’opera di mediazione che la Chiesa cattolica potrebbe avere. Lo dice in un’intervista all’Ansa lo storico segretario di Giovanni Paolo II, il cardinale Stanislaw Diziwisz, ex arcivescovo di Cracovia, nell’ambito della missione della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre che, passando dalla Polonia, stasera si recherà in Ucraina. Dziwisz ricorda l’azione, gli appelli, le preghiere di Papa Wojtyla per i conflitti di allora, tra il Cile e l’Argentina, poi tra l’Argentina e la Gran Bretagna per le Falkland, e ancora il conflitto in Iraq, Ma oggi l’azione di papa Francesco sembra anche più difficile. «La situazione non aiuta gli interventi papali. Quello che il Patriarca di mosca ha detto è uno scandalo. Che noi, qui in Occidente, siamo tutti drogati, tutti omosessuali, anche difficile sentire queste cose. L’unico santo è lui. Kirill non vuole neanche sentire» gli appelli del Papa. Il cardinale afferma però di confidare in questi incessanti richiami di Papa Francesco alla pace e anche nella «diplomazia vaticana che è una delle migliori nel mondo».   Poi parla dell’accoglienza mostrata dalla Polonia nei confronti degli ucraini in questi due mesi di aggressione da parte della Russia. Uno degli effetti paradossali di questa guerra, questa volta positivo, «è che due popoli che erano nemici sono diventati amici. Non solo lo Stato ha aperto le porte ma anche le case private. Hanno fatto la gara per avere questi ospiti, soprattutto donne e bambini», rileva il card. Dziwisz I profughi ucraini in Polonia «sono in questo momento 2 milioni e 700mila tanti. Se qualcuno non non ha in casa una persona dall’Ucraina si sente un pò male – dice scherzano il cardinale -. Un quarto delle persone a Cracovia oggi sono ucraine.   «Nessuno pensava che potesse capitare – dice parlando del conflitto in Ucraina, nell’ambito della missione della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre – sembrava che dopo l’ultima guerra mondiale con le guerre era tutto finito. E invece no. E questa guerra è terribile, feroce».   

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