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Covid: Cina, altri 8 decessi e 18.000 casi a Shanghai

I numeri alti confermano la città come il focolaio di Omicron

Di Redazione |

PECHINO, 21 APR – Shanghai ha registrato mercoledì altri 8 decessi dovuti al Covid-19 e oltre 18.000 casi, di cui 2.634 accertati e 15.861 asintomatici, secondo le autorità locali: pur in calo di oltre un migliaio di unità rispetto a martedì, i numeri relativamente alti confermano la città come il focolaio di variante Omicron più grave della Cina. L’intero Paese, infatti, ha riportato sempre mercoledì 2.830 contagi di trasmissione domestica: al netto di Shanghai, 95 casi fanno capo al Jilin, mentre e i casi residui a 16 differenti province e regioni. I portatori asintomatici si sono attestati a 16.552 e I decessi sono saliti a 4.663 in oltre due anni di pandemia. Quanto agli otto morti (25 in totale), le autorità dell’hub finanziario cinese hanno parlato di età media di 77,5 anni e di persone con gravi patologie croniche. Con l’epidemia che sembra aver raggiunto il picco, la città di 26 milioni di abitanti si sta avviando a una lenta riapertura con particolare attenzione alla ripresa delle attività produttive: gli impianti di Tesla e Volkswagen, ad esempio, sono tra quelli delle 666 società segnalate dalla municipalità per il riavvio della produzione in programma per questa settimana. A un totale di circa 12 milioni di persone è stato permesso di lasciare le loro case negli ultimi giorni allentando il lockdown totale, ma mantenendo rigide restrizioni agli spostamenti. Durante il blocco totale di Shanghai, i social media, a dispetto della censura, si sono riempiti di denunce e video di protesta e contestazione contro la gestione della crisi, mettendo nel mirino i molteplici cicli di test di massa, la mancanza di accesso al cibo e l’impossibilità di sottoporsi alle cure mediche non legate al Covid.

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