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LA GUERRA

Ucraina, dal rischio di armi chimiche all’incubo nucleare: Putin fa sempre più paura. Oggi la diplomazia torna al lavoro

Di Redazione |

Entra nella sua terza settimana il conflitto in Ucraina e lo fa con un monito tanto estremo quanto inquietante, quello della Casa Bianca secondo cui non è da escludere il rischio che la Russia «usi armi chimiche» in Ucraina. In un post su Twitter nel quale respingeva come «falsità» le affermazioni del ministero degli Esteri russo secondo cui gli Usa stanno sviluppando armi chimiche e biologiche in Ucraina al confine con la Russia, la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha infatti sottolineato che «tutti dovremmo stare allerta rispetto all’uso di armi chimiche da parte della Russia o aspettarci che Mosca le usi per creare un pretesto, è uno schema chiaro». 

Insomma, l'escalation della guerra in Ucraina porta con sé tutte le paure dell'Occidente da quello appunto fino all’ombra di una terza guerra mondiale, all’incubo nucleare. Stanotte il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, durante un intervento alla tv di Stato venezuelana Vtv, ha avvertito che per l’intervento armato in Ucraina esiste il «pericolo reale» dello scoppio di una guerra nucleare mondiale. Non c'è solo quindi la minaccia di una disastro nucleare per i bombardamenti vicino alle centrali, ma proprio il concreto pericolo che qualcuno al Cremlino prema il fatidico bottone rosso per il lancio di ordigni nucleari. E sebbene Zelensky crede che «la minaccia della guerra nucleare sia un bluff» di Putin, qualche giorno fa il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha avvertito che l'Occidente «sta parlando di Terza guerra mondiale. E una Terza guerra mondiale – ha aggiunto – può essere solo una devastante guerra nucleare». 

Per questo gli Usa e l'Occidente più in generale hanno finora scartato qualsiasi ipotesi di intervento diretto, di utilizzo di aerei nella zona di guerra o anche di instaurare una no fly zone. Perché significherebbe aprire le porte uno scontro diretto con Mosca dalle conseguenze incontrollabili, imprevedibili.  E infatti continuano da più parti i tentativi di riportare il conflitto sui binari della diplomazia e del negoziato, così oggi è la volta dell’incontro fra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il suo omologo ucraino Dmitry Kuleba a margine del Forum sulla diplomazia ad Antalya, in Turchia: è il primo faccia a faccia fra i due dall’inizio del conflitto ed è stato fortemente voluto – e tessuto – dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan che tenta il ruolo di mediatore, al punto che è già prevista una telefonata fra questo e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nel primo pomeriggio ora italiana. 

L’Ucraina però continua a bruciare e dopo il bombardamento dell’ospedale pediatrico a Mariupol il presidente Volodymyr Zelensky torna a urlare la sua rabbia: «E' un crimine di guerra», dice, «è la prova definitiva che è in corso il genocidio degli ucraini» incalza; quindi si rivolge ancora una volta agli europei e ammonisce: «Non potrete dire di non aver visto cosa è accaduto agli ucraini, cosa è accaduto ai residenti di Mariupol!».

Ma è stata ancora una notte di guerra in Ucraina, ancora vittime civili e tra i bambini. Un nuovo bombardamento poche ore fa ha colpito un edificio residenziale vicino alla città di Kharkiv causando quattro morti, di cui due bambini. Un attacco ha colpito il villaggio di Slobozhanske, nel sud-est del paese, ferita una bambina di 5 anni, ma i soccorritori scavano tra le macerie per estrarre altri corpi. Sul terreno ieri sono rimasti come detto i corpi dei bimbi dell’ospedale pediatrico di Mariupol colpito dagli attacchi russi che ancora una volta hanno rotto la fragile tregua stabilita per i corridoi umanitari che hanno permesso, l’evacuazione di soli 35mila civili dalle città ucraine. Oggi è prevista l’apertura di altri tre corridoi umanitari, si vedrà se la tregua sarà effettiva. 

La terza settimana del conflitto aperto dalla Russia contro l'Ucraina non si apre dunque sotto i migliori auspici, ma con le aspettative dei nuovi colloqui negoziali che per la prima volta vedono al tavolo esponenti dei due governi in conflitto che si spostano in Turchia sotto l’egida e la mediazione del premier Erdogan. Al tavolo, infatti, per la prima volta due autorevoli esponenti, i ministri degli esteri, di Russia e Ucraina, Lavrov e Kuleba. In giornata il presidente turco aggiornerà Biden. 

Kiev si è detta pronta alla «soluzione diplomatica» e a discutere la richiesta russa di neutralità ma non cederà «un solo centimetro» di territorio». Dal canto suo Mosca chiede invece che i colloqui tengano conto del fatto che «le repubbliche di Donetsk e Lugansk sono stati sovrani e indipendenti» e devono essere riconosciute come tali. 

I mercati, almeno quello asiatico, guardano alle trattative con fiducia. La Borsa di Tokyo segna oggi il maggior rialzo giornaliero dal dicembre 2020, prendendo spunto dal recupero degli indici azionari Usa, con gli investitori che tornano sul mercato dopo la repentina flessione dei prezzi petroliferi, oltre il 10%. 

Un altro fronte diplomatico sarà aperto in Polonia con l'arrivo nella notte della vicepresidente americana Harris che incontrerà presidente e premier. Nel tentativo di ricucire lo strappo provocato dall’annuncio del governo di Varsavia dell’intenzione di usare i Mig-19 nei cieli ucraini. Intenzione subito bocciata dal Pentagono.   Ancora timori per le centrali nucleari sul territorio ucraino con l’inquietante silenzio dalla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia che ieri, spiega l’Agenzia internazionale per l'energia atomica che monitora il sito, ha smesso di trasmettere dati. Un’interruzione nelle comunicazioni registrata anche dal sito di Chernobyl: l’Aiea si dice «preoccupata». 

L’Europa intanto prosegue nell’inasprimento delle sanzioni. Sarà un vertice del Consiglio europeo a stabilire le azioni destinate a indebolire Russia e Bielorussia. Con un occhio al boomerang che però sanzioni e guerra determinano su tutto l'occidente. La spinta sui prezzi esercitata dal conflitto farà sì che la crescita sarà inferiore al 4%, la premessa dalla quale partiranno i leader per stabilire le contromisure. Anche la Bce, che oggi riunisce il suo direttivo, è pronta a tornare in modalità emergenza. L’Fmi intanto approva aiuti per 1,4 miliardi di dollari a Kiev. Altre risorse a Kiev arriveranno da oltreoceano dopo il primo voto al Congresso americano per l'approvazione del budget che contempla anche 14 miliardi per l'Ucraina.

Intanto l’isolamento economico di Mosca si arricchisce di nuovi abbandoni dell mercato russo. Ora è la volta di Sony, Nintendo Heineken e Carlsberg che fermano le vendite in Russia come anche gli scavatori di Caterpillar. Una fuga dell'Occidente dalla Russia che torna ad avere sempre più l'aspetto della COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA