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LA GUERRA

Kiev accusa Mosca: «Usate bombe al fosforo». Cosa sono e quali sono le armi chimiche dei russi

L’uso di tossine letali o di spore batteriche da spargere in atmosfera rappresenta il metodo di offensiva maggiormente studiato in vari Paesi

Di Redazione |

Nella regione di Lugansk, nel sud est dell’Ucraina, l’esercito russo continua a bombardare le città anche con bombe al fosforo. Lo scrive su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergey Gaidai, citato dall’agenzia Unian, sottolineando che ci sono morti e feriti. «Nella notte gli invasori  anno bombardato la regione di Lugansk con missili e bombardamenti al fosforo – scrive -. Si sa già che quattro persone sono morte e i russi hanno danneggiato o completamente distrutto molte case». Colpite  le città di Severodonetsk, Lysychansk, Rubizhne, Kreminna, Novodruzhesk e Voevodivka.

Pur non trattandosi di armi chimiche in senso stretto, le bombe al fosforo possono provocare danni estesi alla popolazione e inaspriscono il livello dello scontro dopo le notizie sull'uso da parte delle forze di Putin di bombe a grappolo, armi termobariche e missili ipersonici. Per non parlare delle minacce sul nucleare agitate dal Cremlino. 

Non esistono ovviamente dati certi sull'arsenale chimico posseduto dalla Russia, anche perché Mosca, avendo aderito alla Convenzione sul bando delle armi biologiche del 1972 e a quella sulle armi chimiche del 1993, che prevede l’eliminazione delle scorte possedute, ha affermato di aver distrutto tutte le 40mila tonnellate di gas, dall’iprite ai nervini, ereditate dall’epoca sovietica. In realtà, secondo funzionari Usa e della Nato, la Russia avrebbe continuato i programmi di sviluppo sulle armi proibite e sarebbero ancora attivi diversi centri di ricerca, dove si producono Novichok e Sarin. 

L’uso di tossine letali o di spore batteriche da spargere in atmosfera – secondo le ricerche di Archivio Disarmo – rappresenta il metodo di offensiva maggiormente studiato in vari Paesi. Quasi diecimila scienziati russi avrebbero lavorato, almeno fino al 1992, ad armi in grado di distruggere le colture e gli allevamenti di un paese nemico, ed ancora oggi l’esercito continuerebbe ad addestrare migliaia di soldati all’utilizzo dei gas. La Russia è stata accusata di aver usato armi chimiche in Siria nella guerra a sostegno di Bashar al Assad, che avrebbe colpito i civili con bombe al cloro e li avrebbe soffocati con il Sarin in almeno trecento attacchi. 

Una delle sostanze più temute prodotte in Russia è il Novichok, usato nell’avvelenamento dell’oppositore del regime Alexei Navalny e dell’ex spia dell’intelligence militare di Mosca Sergej Skripal. Si tratta di gas nervini, che possono essere suddivisi in più composti non letali e trasportati quindi in modo più sicuro. Gli esperti concordano però sul fatto che se ci sarà un attacco chimico in Ucraina, avverrà attraverso armi comuni per lasciare dubbi sulla paternità. Proprio per confondere le acque, secondo gli analisti occidentali, Mosca continuerebbe ad accusare gli Usa e l’Ucraina di lavorare allo sviluppo di armi biologiche e avrebbe più volte denunciato l’uso di ammoniaca da parte degli avversari nel corso del conflitto. 

Esiste anche il timore che nella guerra vengano danneggiati, volontariamente o meno, i laboratori ucraini dove vengono conservati agenti patogeni che potrebbero scatenare epidemie potenzialmente gravi. Per questo l’Oms ha raccomandato al Ministero della Salute di Kiev di distruggerli in sicurezza. (ANSA).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA