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Battaglia vinta: il panda gigante non è più una specie in via di estinzione

Di Antonio Fatiguso |

I panda giganti non sono più in pericolo, a rischio di estinzione. Il mezzo secolo di sforzi della Cina, uniti a quelli della comunità internazionale, hanno permesso all’orso dal caratteristico vello bianco e nero, simbolo del Wwf (World Wide Fund for Nature), di superare l'estrema criticità della sopravvivenza, pur restando una specie ridefinita come «vulnerabile». 

 L’attuale popolazione di panda in natura è salita a quota 1.800, concentrata nella provincia centrale cinese dello Sichuan: numeri che permettono la nuova classificazione, riflettendo «le migliorate condizioni di vita grazie agli sforzi di lunga durata per la loro conservazione, inclusa l’espansione dell’habitat», ha affermato Cui Shuhong, direttore del Dipartimento di protezione ecologica naturale del ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente.   Pechino ha aumentato negli ultimi decenni gli sforzi per far crescere la popolazione dei suoi animali più famosi, creando vaste aree dedicate su diverse catene montuose nel tentativo di salvarli dall’estinzione, e utilizzandoli a lungo come perno della sua diplomazia, prima regalandoli e poi 'affittandolì a un costo medio annuo di un milione di dollari agli zoo di mezzo mondo.   «La Cina ha istituito un sistema di riserve naturali relativamente completo», ha detto aggiunto Cui in una conferenza stampa tenuta mercoledì, nel mentre annunciava le novità. «Ampie zone di ecosistemi naturali sono state sistematicamente e completamente protette e gli habitat della fauna selvatica sono stati effettivamente migliorati», ha proseguito. Cui, nell’occasione, ha osservato poi che anche le popolazioni di altre specie rare e in via di estinzione si stanno gradualmente riprendendo. «Il numero di tigri siberiane, leopardi dell’Amur, elefanti asiatici e ibis crestato è cresciuto in modo significativo», ha affermato. 

 I panda giganti sono tristemente difficili da allevare, con le femmine in grado di rimanere incinte solo per 24-72 ore all’anno. Mentre altri problemi sono legati alla incapacità di sopravvivere dove non cresce il bambù: per saziarsi, infatti, ne deve consumare grandi quantità, dai 9 agli 18 chili al giorno, perché il bambù è povero di sostanze nutritive.   L’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) aveva già rimosso fin dal 2016 i panda giganti dalla lista delle specie a rischio di estinzione, riclassificandoli appunto come «vulnerabili». In quell'occasione, però, Pechino aveva contestato la decisione, affermando che essa poteva indurre ad attenuare gli sforzi per la conservazione di questi animali.   Dagli anni '70, i funzionari cinesi hanno lavorato a una campagna di alto profilo per aumentare il loro numero. Nel 2017, la Cina ha annunciato piani per una riserva di 10.476 miglia quadrate, tre volte più grande del Parco nazionale di Yellowstone, negli Usa. I panda sono conosciuti in Cina come una "specie ombrello», il che significa che gli esperti ritengono che le misure per proteggerli aiuterebbero a tutelare altri animali, così come l’ecosistema più ampio. Uno studio congiunto di un team di esperti di Cina e Usa, pubblicato lo scorso anno, ha tuttavia osservato che il successo dell’operazione panda potrebbe essere avvenuto a danno delle specie di carnivori locali. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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