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Parigi: maxiprocesso attentati, caos in aula, Abdeslam esce

Incidenti a ripetizione fra principale imputato e parti civili

Di Redazione |

PARIGI, 15 MAR – Caos, grida, applausi, proteste: si è visto di tutto oggi nell’aula del maxiprocesso parigino per gli attentati del 13 novembre 2015, che vedono in Salah Abdeslam – unico superstite degli attentati jihadisti che provocarono 130 morti – il principale accusato. Gli avvocati della difesa, alla fine, sono usciti dall’aula con Abdeslam per protestare contro il rifiuto del tribunale di mettere a verbale gli incidenti durante l’interrogatorio dell’imputato. L’udienza è stata successivamente sospesa. Il presidente aveva disposto un’interruzione già una prima volta, dopo una violenta discussione fra uno degli avvocati di Salah Abdeslam, Martin Vettes, e lo stesso presidente, che alla fine aveva esclamato: “lei dovrebbe cambiare mestiere!”. La frase era stata seguita da applausi. Altri applausi e grida si erano registrati quando l’imputato aveva dichiarato durante l’interrogatorio di essersi “rovinato la vita”. Una delle parti civili gli aveva gridato contro: “130 morti!”. I difensori di Abdeslam hanno tentato di prendere la parola per protestare contro l’assenza di reazione del tribunale, il disordine in aula è durato una ventina di minuti nonostante gli inviti del presidente alla calma: “provo da diversi mesi – ha poi detto il magistrato – a mantenere la serenità del dibattito. In questo quadro non è ammissibile questo tipo di manifestazioni da parte del pubblico. Non posso tollerare applausi o grida, né commenti, non è così che si può aspirare alla giustizia”. Parole tardive per i difensori dell’imputato, che hanno chiesto di mettere a verbale gli incidenti e la loro impossibilità di prendere la parola. Poi hanno abbandonato l’aula ritenendo “compromessa” la serenità del dibattito.

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