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Prime tre vittime della variante Omicron in Cina fanno ripartire allarme mondiale

Previsto un vertice mondiale il prossimo 12 maggio per intensificare gli sforzi «collettivi per mettere fine alla fase acuta del Covid e prepararsi alla prossima minaccia sanitaria»

Di Redazione |

Le prime tre vittime della variante Omicron in Cina fanno scattare un nuovo allarme Covid nel mondo. Negli Stati Uniti aumentano i casi e tornano alcune restrizioni che sembravano ormai superate, mentre la Casa Bianca annuncia per maggio un nuovo summit globale sulla pandemia. Avevano 89 e 91 anni e una serie di gravi problemi di salute le due donne e l’uomo morti a Shanghai. Ma la notizia arrivata dalla metropoli cinese crea preoccupazione anche per la velocità con cui la sottovariante si sta diffondendo. Ogni giorno, da marzo, a Shanghai si registrano oltre 25.000 nuovi casi nonostante i suoi 26 milioni di abitanti siano praticamente prigionieri nelle loro case, sottoposti a un durissimo lockdown che prevede persino la separazione dei bambini positivi dai genitori. Restrizioni in linea con la politica "zero Covid" lanciata da Pechino per fronteggiare la pandemia ma al limite della sopravvivenza per i residenti che combattono da settimane con carenza di cibo e beni di prima necessità. 

Intanto la Casa Bianca annuncia che il prossimo 12 maggio ospiteranno, in modo virtuale, il secondo vertice globale sul Covid. Un summit per intensificare gli sforzi «collettivi per mettere fine alla fase acuta del Covid e prepararsi alla prossima minaccia sanitaria». Sarà co-presieduto dagli Stati Uniti con i Paesi cui spetta la presidenza di turno dei principali forum internazionali: l’attuale presidente del G7, la Germania, quello del G20, l’Indonesia, e poi i presidenti dell’Unione africana, Senegal e Belize, e l’attuale presidenza del gruppo Caricom, i Caraibi. Anche negli Stati Uniti lo spettro del Covid torna a far paura. I casi stanno registrano una tendenza al rialzo in più della metà degli Stati, sebbene, con una media di circa 34.000 nuovi contagi al giorno, il tasso giornaliero rimanga uno dei più bassi da metà luglio. Molte città preferiscono tuttavia correre ai ripari prima che sia troppo tardi. A Filadelfia è tornato l’obbligo di mascherine in tutti i luoghi pubblici al chiuso. E’ la prima grande città degli Stati Uniti a imporre di nuovo la misura, già reintrodotta in alcune università tra le quali Georgetown, George Washington e Johns Hopkins nella capitale americana, e la Columbia a New York. Harvard ha invece deciso di lasciare libera scelta. 

Nella Grande Mela le autorità sanitarie si apprestano ad alzare il livello di allerta da «rischio basso» a «medio» già da questa settimana. Il commissario alla Salute, Ashwin Vasan, ha avvertito che in cinque quartieri i casi sono «in costante aumento» e ha consigliato ai newyorkesi di ricominciare ad usare le mascherine al chiuso. Il commissario ha inoltre raccomandato a chi è partito o ha visto la famiglia in queste vacanze di Pasqua di fare un test del coronavirus al rientro Secondo gli ultimi dati, che risalgono a mercoledì scorso, le due varianti di Omicron rappresentano l’80,6% dei nuovi casi registrati in tutto lo Stato di New York. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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