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Putin fa sempre più paura: ultimatum su negoziati e sistema nucleare in allerta

Il premier ucraino Zelensky si sarebbe rifiutato di recarsi in Bielorussia per avviare un negoziato con il Cremlino

Di Redazione |

Putin ordina l’allerta del sistema difensivo nucleare russo. E' l'ultima allarmante notizia che riguarda il conflitto in corso Russia-Ucraina che non si ferma e su cui pende l’ultimatum di Mosca a Kiev – alle 13 di oggi – dopo il rifiuto del premier Zelensky di recarsi in Bielorussia per avviare un negoziato con il Cremlino, che è disposto ad avviare ma solo se si realizza in un’altro luogo. Un ultimatum giudicato inaccettabile. Secondo le notizie più recenti i negoziati tra i due Stati si dovrebbero tenere nella regione di Gomel. Lo avrebbe affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, all’agenzia russa Interfax.

Sulla minaccia nucleare si esprime il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in conferenza stampa. "L’allerta delle forze nucleari della Russia è un modo per mettere pressioni sulla delegazione ucraina in viaggio verso la Bielorussia per negoziare con i russi. «Noi andiamo al negoziato per ascoltare, siamo pronti per trattare l’uscita delle truppe dal nostro Paese: se Putin usa le armi contro di noi sarà una catastrofe per il mondo, ma non ci spezzerà».

Zelensky parla di «genocidio» per questo i russi «meritano un tribunale internazionale». Fonti politiche bielorusse, citate dall’agenzia russa Tass, sulle quali non c'è la conferma di Kiev, annunciano che una delegazione ucraina è in partenza per Gomel, in Bielorussia, per avviare negoziati con la Russia. Intanto la Bielorussia dopo aver ribadito il non coinvolgimento nella crisi e l’assenza di suoi soldati in Ucraina inviterà Mosca a schierare armi nucleari in Bielorussia se gli Stati Uniti o la Francia le schiereranno in Polonia o in Lituania. Lo ha spiegato oggi il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, riferendo di una conversazione su questo tema avuta ieri con il presidente francese Emmanuel Macron. Lucashenko si spinge a dire che le sanzioni contro la Russia sono «peggio di una guerra. La Russia viene spinta verso una terza guerra mondiale». Paventando così una guerra nucleare. 

E dall’ambasciata ucraina a Roma l’allarme di un movimento di truppe bielorusse pronte ad attaccare il Paese. Le forze ucraine dichiarano di aver ripreso il controllo di Kharkiv e cacciato le truppe russe. Mentre a Kiev, dove vige il coprifuoco, si registrato forti esplosioni. Intanto la comunità internazionale si muove su più fronti. Nel pomeriggio si tiene il G7 esteri e il Consiglio Affari Esteri. Dalle sanzioni all’invio di mezzi militari e risorse finanziarie all’Ucraina i dossier all’attenzione. L’Ue intanto chiude i cieli alla Russia, e valuta lo stop anche alle navi. A fronte delle sanzioni economiche in arrivo Mosca però assicura che tutti i fondi dei clienti depositati nelle banche russe sono al sicuro e disponibili in qualsiasi momento. Da oggi Italia, Finlandia, Danimarca e Francia chiudono lo spazio aereo ai russi. Da Roma subito 110 milioni di euro al governo di Kiev. Il Papa continua la sua opera diplomatica perchè il conflitto si fermi oggi chiede che vengano aperti con urgenza corridui umanitari per consentire ai profughi ucraini di trovare riparo. 'Dio non sta con chi usa violenzà, ha tuonato il Pontefice. 

Oltre 210 civili ucraini sono stati uccisi e più di 1.100 sono rimasti feriti dall’inizio dell’invasione russa nel Paese secondo quanto riferisce l’Ombudsman del governo di Kiev. Intanto le agenzie dell’Onu e i loro partner umanitari lasciano l'Ucraina. La stessa Onu informa sono almeno 64 i civili uccisi da quando la Russia ha invaso l’Ucraina e oltre 170 i feriti. In totale colpite 240 persone, molti i danni alle infrastrutture civili che hanno privato centinaia di migliaia di persone dell’accesso all’elettricità o all’acqua. 

Il numero dei rifugiati dall’Ucraina raggiunge i 368.000 e continua a crescere secondo quanto riferisce l’Unhcr. In Italia sono già arrivate alcune decine di ucraini a Trieste e a Piacenza, raggiungerando parenti e amici residenti. Ma sono numerose le città italiane che hanno offerto ospitalità e priedisposto l’accoglienza dei profughi che si stanno riversando nell’Europa dell’Est. Intanto da Roma la rassicurazione sulle riserve di gas. L’Italia è lontana da una situazione di allarme per le forniture di gas.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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