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Russia e Italia ai ferri corti dopo la cancellazione del concerto del maestro filo Putin Valery Gergiev: «E' Roma a subire un danno»

Ma il ministro della Cultura Giuli si schiera con la direzione della Reggia di Caserta che ha deciso lo stop. Lui: «Io non informato»

Redazione La Sicilia

21 Luglio 2025, 13:49

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I rapporti tra Italia e Russia sono diventati pessimi dopo l’aggressione all’Ucraina ma ora i contrasti si spostano anche sull’arte. L’ambasciata russa è infatti intervenuta duramente dopo la decisione della direzione della Reggia di Caserta di annullare il concerto di Valery Gergiev, il direttore d’orchestra fan e cantore di Vladimir Putin.

«Sarà l’Italia, e non la Russia, a subire un danno per la cancellazione del concerto di Valery Gergiev a Caserta» ha scritto l’ambasciata russa in Italia. «Coloro che pensano che la cancellazione del concerto di Valery Gergiev danneggerà la Russia si sbagliano profondamente». Piuttosto, aggiunge la sede diplomatica «sarà inflitto un danno all’Italia stessa, che in questo modo mina la propria autorità e dà motivo di dubitare dell’ospitalità e dell’apertura verso tutti coloro che con il proprio talento, professionalità e sincerità portano nel mondo il bello e l’eterno».

La Direzione della Reggia di Caserta ha disposto stamane l’annullamento del concerto sinfonico di Gergiev, previsto nell’ambito della rassegna Un’Estate da Re per il prossimo 27 luglio nel cortile del Complesso vanvitelliano. La presenza del direttore d’orchestra russo, criticato per le sue posizioni ritenute vicine a Putin, aveva suscitato forti polemiche e si temeva per possibili manifestazioni di protesta organizzate da associazioni ucraine per domenica sera.

Le ultime prese di posizione in ordine di tempo contro il concerto di Gergiev erano state quelle di diversi premi Nobel con lettere inviate alla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, alle autorità italiane e al governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Mentre 16mila sono le firme raccolte da una petizione online. Era intervenuto anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, sottolineando che «l'arte è libera e non può essere censurata», ma «la propaganda però, anche se fatta con talento, è un’altra cosa: a suo giudizio con il concerto di Gergiev il rischio sarebbe stato di «far passare un messaggio sbagliato».

Dal canto suo, De Luca, sottolineando la volontà di confermare il concerto nonostante gli appelli internazionali, aveva definito «sconcertante» la vicenda chiedendosi dove fosse «il limite tra libertà d’espressione della propria opinione e la propaganda».

Le associazioni di ucraini in Italia erano pronte a organizzare iniziative di protesta ed avevano già acquistato i biglietti delle prime file del concerto per far sentire da vicino il proprio dissenso a Gergiev.

Con la direzione della Reggia di Caserta si è schierato il ministro della cultura Alessandro Giuli: «La scelta libera e insindacabile assunta dalla Direzione della Reggia di Caserta trova il mio pieno e convinto sostegno: pur nel rispetto dovuto alla eccezionale qualità artistica dell’evento, l’annullamento del concerto diretto dal maestro Gergiev, anche alla luce di una sopraggiunta strumentalizzazione ideologica di parte, obbedisce a una logica di buon senso e di tensione morale volta alla protezione dei valori del mondo libero».

Il maestro russo Valery Gergiev comunque non ha commentato la cancellazione del suo concerto del 27 luglio a Caserta. «Non ho informazioni al riguardo», ha detto il direttore d’orchestra, a capo del Bolshoi di Mosca e del Marinsky di San Pietroburgo, quando l’agenzia Tass gli ha chiesto una reazione.