"L’Eco del Silenzio e l’Amarezza del Natale. Tra il Declino Sociale dell’Isola e i Venti di Guerra"
"Mentre l'Italia si interroga sul proprio futuro, il Meridione — e la Sicilia in particolare si ritrova a naufragare in un mare di criticità sistemiche. Assistiamo con sgomento a un incremento preoccupante delle patologie oncologiche, a fronte di un sistema sanitario che, ferito da anni di tagli indiscriminati, non riesce più a garantire il diritto universale alla cura, allontanandoci dolorosamente dagli standard europei.
È un’inerzia che colpisce anche l'eccellenza: dal 2020, la ricerca scientifica appare colpevolmente immobile, privando il Paese delle menti più brillanti e di speranze concrete.
In questo deserto di investimenti, il tessuto sociale si logora sotto il peso di una povertà sempre più sferzante. Le famiglie siciliane, strette nella morsa di una pressione fiscale insostenibile, lottano quotidianamente per preservare la propria dignità. Anche per chi possiede il privilegio di uno stipendio, arrivare alla fine del mese è diventata un’impresa ardua, un delicato equilibrismo tra bollette esorbitanti, tasse soffocanti e il rincaro dei beni di prima necessità. In questo scenario, la sanità pubblica appare come un gigante argilloso che crolla su se stesso, lasciando alle strutture private convenzionate l’onere di sopperire alle mancanze dello Stato, pur dovendo esse stesse fare i conti con risorse sempre più esigue.
Viviamo una precarietà così profonda da sentirci noi stessi bersagli di un sistema governativo che appare distante, se non ostile. In tale contesto, la decisione dell’Esecutivo e dei suoi Alleati di destinare ulteriori 90 miliardi di euro al conflitto in Ucraina non è solo una scelta politica, ma un paradosso etico che ferisce le coscienze. Sottrarre risorse vitali dalle tasche dei cittadini per alimentare una guerra che semina morte tra gli innocenti rappresenta una contraddizione dolorosa:
Come può uno Stato alimentare i venti di guerra lontano dai propri confini, mentre ignora il grido di soccorso di una parte del proprio popolo?"
Orazio P.