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I giovani scappano dall'agrigentino, non ci sono offerte di lavoro

25 Ottobre 2019, 19:44

I giovani scappano dall'agrigentino, non ci sono offerte di lavoro

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Oltre 150mila agrigentini, negli ultimi dieci anni, hanno lasciato la propria terra per cercare lavoro altrove. Un dato allarmante visto che continua sempre più a crescere. Una classe politica che negli anni è andata sempre più a peggiorare, ha costretto tantissimi giovani a lasciare la propria città, i propri affetti. Non è giustificabile. Una vera ingiustizia che si consuma alle spalle di tante famiglie. Il problema è che non sono solo i giovani a scappare, ma anche gente di oltre 40 anni che si è ritrovata dall'oggi al domani disoccupata. D'altronde, basta dare uno sguardo ai posti di lavoro che vengono offerti in provincia per capire che difficilmente si possono accettare certe condizioni. Spulciando anche i siti di "offro lavoro", ti ritrovi a leggere che si cercano venditori di energia elettrica, telefonia, con stipendi quasi inesistenti. La maggior parte offre incentivi. Ma se la popolazione continua a diminuire, realizzare qualche contratto diventa impresa titanica. Addirittura, con sfacciataggine, ci sono alcune società di recupero crediti, un lavoro che ormai nessuno intende più svolgere perché altamente rischioso, che offrono un lavoro senza nessun fisso, ma soltanto ad affare concluso si paga qualcosa. Ma diciamo noi: è mai possibile? Peggio degli schiavi. Infatti, al di la del reddito di cittadinanza, che spinge molti a non accettare delle proposte lavorative, c'è da dire che gli stipendi che vengono offerti, nella maggioranza dei casi, sono da fame. Non superano mai le 600-700 euro. Ecco spiegato perché molti non accettano di lavorare e si guardano altrove. Ma chi mai riuscirà a mettere un freno a questa emorraggia? Negli ultimi dieci anni, l'agrigentino, ha avuto anche dei politici di spessore, ma non sono riusciti a fare nulla per questa terra magica ma che al contempo sembra maledetta. Nel frattempo, il numero dei poveri aumenta, tra l'indifferenza della classe politica. Beh, potrà dire qualche lettore, è facile sparare sempre sui politici. D'accordo, ma solo in parte, chi deve trovare le soluzioni per permettere alla gente di trovare un lavoro nella provincia dove abita senza essere schiavizzato? Le medicine devono essere trovate dai politici che vengono eletti per lavorare anche per i loro territori, ma l'impressione è che non appena si arrivi a Roma ci si dimentica del proprio collegio.

Lodevole, nei giorni scorsi la protesta di centinaia di migliaia di giovani che a Palermo hanno dato vita all'evento " se resti arrinesci". Non ce ne possiamo andare via tutti. Questa terra dovrebbe vivere di turismo 12 mesi all'anno. Questa frase l'abbiamo sentita dire chissà quante volte. Se ci guardiamo attorno, è la santa verità. Ma nell'agrigentino tutto ciò è reso problematico perché non c'è un aeroporto, non ci sono autostrade, non ci sono servizi. Senza aeroporto si può anche sopravvivere, il turismo può prosperare, ma senza adeguate strutture autostradali, non si potrà mai crescere. Rimane la via del mare. Alcuni mesi fa, due grosse compagnie da crociera, Msc e Costa, hanno avanzato la possibilità di investire a Porto Empedocle. Hanno un progetto molto grosso che potrebbe creare lavoro e sviluppo economico. Ma, a distanza di circa tre mesi, le loro richieste non sono state ancora espletate a Palermo. Dal demanio regionale marittimo, ancora nessuna risposta. La chiediamo noi: a che punto siamo? Oppure a questa provincia bisogna togliere anche l'ultimo respiro?