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Favara, alle fiamme Villa Ambrosini che il Cif aveva reso splendida

Redazione La Sicilia

08 Gennaio 2019, 15:40

Favara oggi si è risvegliata con un altro brutto episodio criminoso. La scorsa notte, ignoti malviventi hanno appiccato il fuoco alla Villa Ambrosini: la casetta di legno e parte della scenografia posta al centro della villa sono andati distrutti.

"È da più di un anno - dice Antonella Morreale, presidente del Cif - che un gruppo di volontari, tra cui tanti ragazzi sani, ha cercato di dare una nuova dignità ad un bene comune per tutti noi favaresi. Bene che era stato oltraggiato in dismisura in passato e stanotte ci hanno riprovato rimettendola di nuovo in ginocchio. Io come affidataria della villa assieme ai miei collaboratori, urliamo forte che in ginocchio non ci mettete, anzi, ricominceremo a ricostruire più determinati che mai".

Su Facebook i commenti si sprecano: "Nonostante la cattiveria pura di quattro imbecilli vigliacchi, voglio sperare che una Favara sana e bella saprà reagire di conseguenza, rimettendo in piedi al più presto la struttura e che i responsabili vengano individuati e puniti. Quel che più fa rabbia è che hanno distrutto qualcosa di bello", scrive Antonio Bruccoleri. "È una vergogna. Uno schifo totale. Lo vogliamo migliorare o no questo paese? Perché secondo me qui il miglioramento non lo vuole nessuno. Per molti è meglio sguazzare nel fango come i maiali e lamentarsi di tutto. Posso capire chi non fa niente per migliorare il paese, ma chi distrugge il lavoro degli altri proprio no. Chi ha fatto questo gesto va escluso dalla società civile", aggiunge Daniela Moscato.

"Questo è un altro brutto segno per Favara. Basta manifestazioni inutili per la legalità. Bisogna chiedere provvedimenti seri contro la illegalità Deve cominciare l'Amministrazione comunale e poi le organizzazioni della società civile. Il Ministero per l'Interno deve intervenite a Favara e bisogna intraprendere una azione seria per il lavoro. Tante cose si devono e si possono fare e nel frattempo vinire a Favara è una avventura perché tutte le strade di accesso sono impraticabili, conclude Gaspare Agnello, Presidente del Centro Studi Antonio Russello.