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Akragas, il retroscena sul perché la trattativa tra Nava e Alessi si è arenata

Di Fabio Russello |

Immaginate che Tizio metta in vendita la sua auto e che Caio intenda acquistarla. I due si mettono d’accordo per – mettiamo – 3000 euro e si danno appuntamento alla settimana successiva. Passano sette giorni e Caio si presenta da Tizio con i 3000 euro pattuiti. Ma è a quel punto che Tizio spiega a Caio che nel frattempo il prezzo dell’auto è aumentato a 4 mila euro perché ha pagato l’assicurazione e ha cambiato le gomme. E Caio ovviamente frena e riflette.

Ora provate a dare un nome ai personaggi di questa storiella: Tizio è la coppia Alessi & Giavarini, Caio è Roberto Nava e l’automobile in questione è di colore biancazzurro ed è l’Akragas. Perché, sostanzialmente, le cose sono andate così.

L’INCONTRO. Ma riavvolgiamo il nastro. Giovedì scorso in un bar di un centro commerciale alla periferia di Milano si incontrano Alessi e Giavarini con Roberto Nava ed altre due persone del suo entourage. Il tavolo è piccolissimo e a stento i cinque riescono a sedersi. Le cose, però, si mettono subito male.

CAMBIANO LE CARTE IN TAVOLA. Prima l’imprenditore di Licata che fa affari in Bulgaria dice che vuole parlare solo con Nava e non con i suoi collaboratori e minaccia di andarsene. Marcello Giavarini ha dato ad Alessi la procura a vendere le sue quote, sbandierando ai quattro venti che lui vuole uscire dall’assetto societario dell’Akragas, ma ha preteso di essere presente, tanto è vero che l’incontro, in un primo momento fissato per mercoledì, è slittato al giorno dopo. Lo convincono a restare. Poi Alessi spiega a Nava che nei due mesi trascorsi dalla lettera di intenti – che lui stesso ha mostrato nella conferenza stampa della settimana scorsa – le cose e le cifre sono cambiate. Spiega a Nava che ci sono i due stipendi da pagare e che nel frattempo sono maturati altri debiti per l’attività sportiva dell’Akragas (fornitori). Ma naturalmente la questione non è relativa soltanto ai 200 mila euro in più o in meno. Nava & Co. vogliono vederci chiaro anche su come siano stati utilizzati i fondi della lega, della Legge Melandri e di altro genere e sul perché – secondo loro – non sono stati utilizzati per pagare questi stessi fornitori. 

LE CIFRE PAZZE. Si entra nelle cifre ed è un mare magnum. La lettera di intenti prevedeva il versamento immediato dei soldi da restituire a Giavarini (100 mila euro) anticipati per l’iscrizione e i 130 mila per garantire il fido bancario. A margine e su suggerimento della stessa Lega ci sarebbe stata la garanzia sulla fidejussione firmata da Alessi. La Lega infatti consiglia di non modificare il garante della fidejussione depositata in corso di campionato. Ma nel frattempo sono maturati i 160 mila euro per gli stipendi da pagare entro il 16 dicembre e altri 110 mila euro di debiti verso fornitori (relativi a trasferte, vitto e alloggio dei calciatori). Alessi e Giavarini chiedono di versare questi soldi subito e di posticipare a fine anno il pagamento dei 100 mila euro a Giavarini e a fine anno la garanzia sulla scopertura del fido aperto alla Banca Sant’Angelo.

CORTO CIRCUITO. Il corto circuito sulla trattativa era inevitabile perché Nava e i suoi sostengono che la lettera di intenti – accettata dall’Akragas – diceva altro, mentre dal club di via Petrarca dicono che il dilatarsi della trattativa ha nel frattempo creato la crescita dei debiti correnti. In mezzo però ci sono i soldi della Lega per la premialità dei giovani che ammonterebbero da gennaio a fine stagione ad oltre 450 mila euro e la seconda rata (da 115 mila euro) per la cessione al Torino di Leveque.

GLI SCENARI. Gli scenari a questo punto sono ovviamente solo due. Se salta la trattativa con Nava – rimasto l’unico ormai possibile acquirente – Alessi sarà costretto a non pagare in tempo gli stipendi del 16 dicembre (e ci sarà un’altra penalizzazione) e a gennaio dovrà liberarsi di almeno 5 o 6 giocatori con gli ingaggi più alti con Longo, Sepe, Vono, Salvemini e Vicente di sicuro sul mercato (e partenti) con la stagione che proseguirebbe con i ragazzini in attesa della retrocessione che consentirebbe di azzerare i debiti e ripartire dalla serie D.

Se la cessione a Nava dovesse concretizzarsi, gli svizzeri piemontesi, nel loro progetto, hanno spiegato di volere realizzare anche l’impianto di illuminazione e di volere investire a gennaio per rafforzare la squadra per giocarsi la salvezza ai play out, visto che quest’anno non ci sono retrocessioni dirette. Tra infrastrutture, debiti con l’agenzia delle entrate (800 mila euro) e subentro nelle garanzie bancarie e nelle fidejussioni si tratta di un investimento di oltre 1,5 milioni di euro.

I TIFOSI. Una nutrita rappresentanza di tifosi stamattina si è presentata allo stadio dove la squadra stava effettuando l’allenamento in vita del match di domani (sì, perché tutti lo hanno dimenticato, ma domenica c’è la Reggina) e gli ultras hanno inviato un ultimatum alla attuale società: se non si vende non verrà permesso di proseguire la stagione con i giovani. Una “minaccia” che non è passata inosservata anche perché pubblica e riferita anche telefonicamente ad alcuni attuali dirigenti.

LA PREVISIONE. Alla fine Alessi e Giavarini cederanno a Nava e le strade si incontreranno a metà strada. Anche perché il gruppo svizzero piemontese intende davvero prendere l’Akragas, mentre gli attuali soci del club biancazzurro, sanno che né la piazza né il buon senso permetterebbe loro di proseguire alla guida della società. E su questo, la ricerca cioè di una soluzione di buon senso, sta lavorando l’avvocato Enzo Caponetto, neo toga d’argento dell’Ordine forense di Agrigento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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