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Amore & mafia: lui si pente, lei lo scia: «È tutto finito»

Di Francesco Di Mare |

FAVARA – Lui si pente e collabora, lei si dissocia e lo lascia. Lui è il favarese Mario Rizzo: collaboratore di giustizia da pochi giorni, sta svelando i retroscena della faida in corso da mesi sull’asse belga-agrigentino. Lei è la fidanzata (ormai ex) Angela Russotto, che ieri ha reso noto a mezzo stampa la volontà di dissociarsi dall’uomo, dandogli quindi il benservito non solo dal punto di vista sentimentale.

La donna, evidentemente teme per la propria incolumità e affida all’avvocato Salvatore Cusumano il compito di rendere giuridicamente noto il proprio punto di vista sulla scottante vicenda. «Preso atto di quanto appreso dagli organi di stampa negli ultimi giorni circa la scelta di collaborare con la giustizia di Rizzo Mario, dichiaro di dissociarmi nettamente da tale scelta presa dallo stesso, non volendo avere più nessun tipo di rapporto con Rizzo Mario». Del resto – come accaduto recentemente ai parenti di un neo-pentito di mafia, Giuseppe Quaranta – rimanere nel proprio paese è impresa assai ardua e potenzialmente a rischio.

Rizzo è colui il quale ha svelato dettagli sull’agguato a un ristoratore empedoclino, Saverio Sacco, avvenuto a Liegi il 28 aprile 2017. Ulteriore snodo di questa storia: l’avvocato Cusumano rappresenta e assiste il fratello della giovane, quel Gerlando Russotto di 29 anni arrestato dalla Squadra Mobile, su richiesta dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dei pm Simona Faga e Alessandra Russo. Oltre a Russotto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere venne notificata al cognato, Mario Rizzo appunto, già in cella per altra causa. Quindi Russotto ha un fratello in carcere e un fidanzato ripudiato, dalla quale prende le distanze urbi et orbi.

L’accusa contestava a entrambi l’ipotesi di reato di tentato omicidio, il Gip ha però derubricato in lesioni dolose aggravate. Nelle ultime ore la Procura di Agrigento ha chiesto di sentire Rizzo, in un incidente probatorio. Sarà il Gip Francesco Provenzano, nei prossimi giorni, a pronunciarsi.

A svelare come si sarebbero svolti i fatti di Liegi, sarebbe stato Rizzo che si è autoaccusato del mancato delitto, tirando in ballo altre persone: oltre al fratelle dell’ex fidanzata, Russotto, anche l’empedoclino Salvatore Prestia, 37 anni, cognato di Fabrizio Messina, fratello quest’ultimo dell’ex capo mafia provinciale Gerlandino Prestia. Prestia per questi fatti, era stato già arrestato in Belgio, ma poi venne scarcerato. A Rizzo viene contestata anche l’introduzione nello Stato di armi clandestine, mentre a Russotto è stata addebitata l’illecita detenzione di armi: un fucile a pompa ed una pistola calibro 7.65 e di numerose munizioni, rinvenute dalla Mobile lo scorso 29 maggio, nel sottotetto condominiale dell’abitazione dove viveva Russotto. Il suo ex “cognato”, ormai.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA