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Naro, nuovo attentato contro la coop sociale Livatino: bruciati i vigneti

Sembra non esserci alcun dubbio sull’origine dolosa: Un mese fa era stato appiccato il fuoco a un campo di grano

30 Agosto 2023, 09:42

grano

Nuovo attentato intimidatorio nei confronti della cooperativa “Rosario Livatino - Libera terra”, cui sono stati affidati i fondi agricoli, di contrada “Gibbesi, confiscati alla mafia. Un mese fa, un incendio doloso aveva carbonizzato una porzione di culture di grano in un fondo di circa trenta ettari, per un ammontare del danno di ventimila euro. Era il 28 luglio. Adesso in un periodo compreso tra l’1 e il 23 agosto un incendio, di quasi certa matrice dolosa, ha divorato ben 6mila piante di vite, per un danno, anche in questo caso, di 20.000 euro, purtroppo, non coperto da alcuna polizza assicurativa.

Ad indagare sono i carabinieri della Stazione cittadina, coordinati dal Comando di Licata, dopo aver raccolto la denuncia, del legale rappresentante della cooperativa. La Procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta per danneggiamento a seguito di incendio.

Le indagini

L’attività investigativa è finalizzata a comprendere se si tratta o meno di un altro avvertimento, oppure di una vendetta, nel tentativo di intimorire o fermare l’azione di legalità, o ancora del gesto di qualche sconsiderato.

Alcuni di questi terreni confinano, infatti, con quelli di alcuni pastori, che abusivamente occupano, o tentano di occupare, pezzi di terra. Al turbamento si associa la rabbia nel constatare che, forse, per alcuni la confisca dei beni ai mafiosi, e l’affidamento alle cooperative sociali di giovani, rappresenta un motivo da vendicare e un ostacolo ai propri interessi.

Alla cooperativa sono stati affidati i beni, confiscati alle famiglie mafiose, di contrada “Robadao”, e poi quelli di contrada “Gibbesi”. I terreni fanno parte di un grande complesso voluto dal giudice Livatino, in cui si organizzano conferenze, e campi estivi dedicati alla lotta contro la mafia, e si trovano a pochi chilometri da uno degli ultimi “covi” del boss di Campobello di Licata, Giuseppe Falsone. Negli ultimi anni nella stessa zona in maniera “chirurgica” sono stati appiccati altri roghi in campi coltivati a grano e lenticchie.

Sembra non esserci alcun dubbio sull’origine dolosa. Qualcuno senza essere visto avrebbe appiccato il fuoco al vigneto per poi allontanarsi velocemente. Le fiamme, in pochi attimi, hanno trovato "gioco" facile, ed hanno bruciato le culture. Nessuno nell’immediatezza e per giorni si è accorto della vigna bruciata. La scoperta è stata fatta da alcuni soci della cooperativa che hanno trovato le piante carbonizzate. E’ certo, però, purtroppo, che l’area interessata non è coperta da impianti di videosorveglianza.