Akragas, il disastro di Locri arriva da lontano
Errori tecnici, errori di gestione, errori di mercato: ecco perché il club ha bisogno di una scossa
L’Akragas esce con le ossa rotte dalla trasferta di Locri. Uno 0 a 4 senza attenuanti (in 10 contro 10 per 75 minuti e poi il 9 contro 10 per la mezz’ora finale) che pone una serie di domande alle quali la presidente Roberta Lala e soprattutto il patron Giuseppe Deni dovranno dare delle risposte.
La diarchia che fa male
Perché le domande sono tante. La prima è, ad esempio, relativa alla necessità di avere ruoli chiari e definitivi. Perché, checché ne dica Giuseppe Deni, la diarchia Graziano Strano – Giuseppe Cammarata (ai quali, si presume si aggiungeranno anche le “opinioni” del nuovo gruppo ex Sancataldese) non fa bene alla squadra. I punti di riferimento – soprattutto in queste serie – sono fondamentali. Nell’Akragas non ci sono: i giocatori hanno due “padrini” – per semplificare – e Marco Coppa chiamato da Graziano Strano ha dimostrato di soffrire il salto di categoria.
E' l'allenatore giusto?
E c’è appunto l’interrogativo legato all’allenatore Marco Coppa. E’ un uomo per bene e sa lavorare con i giovani. Ed è per questo che era stato preso. Ma durante l’estate il progetto Akragas non è più il “progetto – giovani”, è diventato altro con l’arrivo di Llama, Sanseverino, Litteri, Morimoto. Siamo sicuri che sia lui l’allenatore più adatto a guidare questa Akragas? Secondo me no, e questo a prescindere dalle capacità tecniche e umane del tecnico. Si può essere insomma la persona giusta nel posto sbagliato.
Gli errori sul mercato
E poi c’è la questione mercato: i nomi da soli non bastano. Litteri è stato un errore – e la società se ne è accorta in ritardo – perché ha dimostrato di non essersi ripreso dagli infortuni e quindi non ha dato all’Akragas quello che ci si aspettava. Morimoto è qui da tre mesi ma non può giocare per questioni burocratiche. Inutile dare la colpa al deputato che avrebbe dovuto fare da tramite con l’Ambasciata giapponese. Queste cose si programmano in anticipo e sulla questione Morimoto il club ha avuto una guida dilettantistica. Sempre sul mercato – ed è un discorso che si lega al – o ai – ds che seguono il mercato Akragas: Siamo sicuri, visti i nuovi arrivati, che Semenzin e Barrera non erano in grado di fare la D e che non sarebbero stati utili alla causa anche quest’anno almeno quanto quelli arrivati al posto loro? Poi c'è Llama che illumina ed è vero. Ma se all'argentino viene il raffreddore nell'Akragas si spegne la luce (pure giocando in 11 contro otto come domenica contro il Canicattì). Possibile arrivare a fine ottobre senza un attaccante di categoria - fatto salvo il caso Litteri - che sia capace di far salire la squadra e di riempire l'area di rigore? Possibile che sia arrivato Leuca a fine ottobre, dopo due mesi di campionato? No, non dovrebbe essere possibile. E sono errori dei quali bisogna chiedere conto.
Le soluzioni
I rimedi li può trovare - e ha il dovere di farlo - chi ci mette i soldi e quindi Giuseppe Deni e i suoi soci. Ma bisogna fare chiarezza: il mercato deve avere una direzione unica. Cammarata - Strano, così come lo era stato Cammarata - Russello, non vanno bene. Bisogna decidere chi fa la squadra e Deni, se non vuole gettare alle ortiche i suoi investimenti, ne deve prendere atto. C'è troppa gente che decide e non va bene. Sul tecnico, dopo avere deciso il quesito di sopra, va fatta una riflessione: se si vuole continuare con lui va difeso e protetto. Oppure è meglio decidere da subito il ribaltone e discutere col nuovo tecnico gli aggiustamenti da fare nella nuova sessione di mercato.