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De Giovanni: “Affascinato dalla Valle dei templi e dalla Scala dei Turchi”

Di Luigi Mula |

È rimasto profondamente affascinato dalla bellezza della Valle dei Templi e della Scala dei Turchi. Afferma di essere tra i pochi fortunati ammessi a frequentare Andrea Camilleri e adora Pirandello.

Stiamo parlando di Maurizio De Giovanni, l’autore dei romanzi gialli “I bastardi di Pizzofalcone”, da cui è tratta l’omonima fiction in onda su Rai Uno.

La seconda serie andata in onda quest’anno, con protagonista sempre Alessandro Gassmann nel ruolo dell’ispettore Giuseppe Lojacono, romano di nascita ma agrigentino d’adozione, si è sempre aggiudicata i primi posti in classifica come fiction più seguita il lunedì sera su Rai 1. Anche nell’ultima puntata ha sbaragliato la concorrenza raggiungendo il 23, 4 di share.

Un successo che la presidente della Rai Eleonora Andreatta, ha commentato annunciando già la terza serie.

Nei libri, così come nella fiction, Maurizio De Giovanni “tradisce” il suo amore per Agrigento dove in passato (dal 1992 al 2000) ha lavorato. Funzionario della Banca Commerciale Italiana, lo scrittore abitava al Viale della Vittoria nel palazzo che, qualche anno fa, ha subito uno smottamento.                 

In considerazione dello straordinario successo della seconda serie de “I Bastardi di Pizzofalcone” ci piace riproporre due nostre interviste esclusive a Maurizio De Giovanni (pubblicata sul quotidiano La Sicilia redazione di Agrigento nel 2017):

– Che ricordi ha di quel periodo?

“Sono innamoratissimo e legatissimo ad Agrigento. Ricordo una città bellissima (e rimarca bellissima), purtroppo lontana e mal collegata col resto della Sicilia. Forse, per questo, proprietaria di una identità fortissima e splendida che nasce dalle bellezze archeologiche e paesaggistiche come la Valle dei templi, dalla gastronomia straordinaria e dalla gente molto accogliente. La Scala dei Turchi, poi, è uno dei paesaggi più emozionanti che si possono incontrare

Un mio amico carissimo, che vive a Porto Empedocle è l’ispiratore del nome che ho voluto dare al mio ispettore: Giuseppe Lojacono

– Il  protagonista dei suoi libri ha vissuto ad Agrigento. Un omaggio alla città? 

“In realtà il mio personaggio è nato ad Agrigento. Per poter conservare nella fiction il suo accento, Alessandro Gassmann mi ha chiesto che Lojacono venisse da Roma. Ma il personaggio dei romanzi è fortemente agrigentino ed agrigentino rimane”

-I protagonisti dei suoi romanzi come personaggi pirandelliani in cerca d’autore. Quanto Pirandello ha influenzato la sua scrittura?   

“Pirandello è uno di principali autori della storia della letteratura italiana contemporanea e, ritengo, la sua produzione ha influito nell’ispirazione di quasi tutti gli autori italiani. In generale, però, i personaggi dei libri hanno sempre una certa autonomia, non sono attori che recitano un copione. Il personaggio di un libro è vivo; lo scrittore lo inserisce all’interno della storia, ma poi è il personaggio che decide che tipo di strada percorrere, che evoluzione prendere e che tipo di confronto deve avere con il resto della storia. Penso che, per lo scrittore, sia fondamentale conferire al personaggio una certa autonomia che renda il libro più vicino alla realtà”.

-Ed Andrea Camilleri?

“Andrea Camilleri è il punto di riferimento assoluto e perenne per chiunque scriva romanzi neri, una Stella polare da tenere ben presente. Non esista scrittura nera italiana  che possa prescindere dalla via tracciata dallo scrittore agrigentino. Io ho l’onore di conoscerlo e di coltivarne l’amicizia. Sono tra i pochi fortunati ammessi ad andarlo a trovare e sono fierissimo di questa amicizia. Le posso assicurare che lo straordinario scrittore è secondo alla meravigliosa persona. Tutte le volte che lo vedo mi sento più felice ed appagato. Lui è fantastico, mi dà dei consigli validissimi per il mio lavoro. È un attento osservatore dei tempi ed un grande conoscitore della storia . Ha una grande esperienza di scrittore trasposto in televisione. Abbiamo, anche parlato del suo periodo da funzionario Rai e mi ha raccontato meravigliosi aneddoti su De Filippo, Cervi e la Magnani. È stata una serata di quelle che si vorrebbe non finissero mai. Sono orgoglioso e felice di avere accesso alla sala da pranzo di un grande uomo come Andrea. È facile volersi bene avendo avuto in comune la bellissima esperienza di aver vissuto dalle vostre parti.”

–  nei vostri incontri parlate di Agrigento?

“Certamente, come tutte le volte che vado da lui; ma anche di Porto Empedocle e del suo legame enorme con quei luoghi. E del mio legame enorme con quei luoghi ( sottolinea con forza). Con i ricordi abbiamo ripercorso quel territorio  ricco di storia, di arte e di cultura: la Valle dei Templi, Eraclea, la Scala dei Turchi. E poi la strada che costeggia il mare che va da Porto Empedocle a Palma di Montechiaro fino  a Licata. I  luoghi  veri della sua scrittura e dei suoi ricordi. Un territorio carico di una umanità generosa. La nostra amicizia è figlia del comune amore per una terra meravigliosa che rimane nel sangue anche da lontano”.

– Camilleri ha visto la fiction?

“Da maestro e amico era contento del successo de “I Bastardi di Pizzofalcone”. Conosce i miei libri, come anche la moglie, la signora Rosetta. Abbiamo parlato dei libri più che della fiction. Tutti e due convenivamo sul fatto che tra essere sceneggiatore, attore o regista, la cosa più bella è l’essere scrittore di romanzi. Un lavoro autonomo ed individuale, ed io sono largamente felice per questo”.

– Un suo ricordo della Valle dei Templi ?

“Un paesaggio mozzafiato! Quando mi parlano di panorami meridionali io non posso mai dimenticare, e lo cito costantemente, la bellezza monumentale e la grazia dei templi agrigentini. Mi piaceva affacciarmi dal Viale della Vittoria ed osservare il mare ed i templi. Avevo la sensazione di fare un tuffo nel passato”.

– Ci sono  delle analogie tra la Campania e la Sicilia? 

“La Sicilia e la Campania hanno una storia comune. Il Meridione d’Italia, in generale, è in possesso di un’identità culturale molto forte, una radice storica che non possiamo trascurare o fingere di dimenticare”.

Considerando l’amore sviscerato di De Giovanni per Agrigento, ci auguriamo che nella terza serie, l’ispettore Lojacono, come ha già promesso nella fiction, tornerà “a testa alta” ad Agrigento e, magari, lo vedremo aggirarsi tra i vicoli di Girgenti, passeggiare nella Valle dei Templi e fare un tuffo nel mare della Scala dei Turchi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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