Collirio da sangue cordonale da Sciacca a ospedale di Milano
«Essere stati scelti dall’ospedale Maggiore per questa finalità è per noi motivo di grande soddisfazione», dice Pasquale Gallerano, direttore della Medicina trasfusionale dell’ospedale di Sciacca
Sangue da cordone ombelicare
All’interno di un progetto di ricerca clinica finanziato dal Pnrr per la cura delle malattie oftalmiche, il reparto di Oculistica del Policlinico di Milano ha richiesto alla Banca del cordone ombelicale di Sciacca (Agrigento) la fornitura di trecento dosi di colliri destinati alla rigenerazione delle retine danneggiate. Colliri prodotti da qualche tempo dall’unità operativa dell’ospedale «Giovanni Paolo II» di Sciacca (la prima in Italia per numero di cordoni tipizzati e crioconservati in azoto liquido) attraverso l'utilizzo di una parte del sangue cordonale raccolto dalle donazioni delle puerpere nel momento del parto.
«Essere stati scelti dall’ospedale Maggiore per questa finalità è per noi motivo di grande soddisfazione», dice Pasquale Gallerano, direttore della Medicina trasfusionale dell’ospedale di Sciacca, di cui fa parte anche la banca saccense del cordone . «Il sangue cordonale, che prima aveva come unico scopo il trapianto di cellule staminali o la trasfusione neonatale per neonati prematuri a bassissimo peso - aggiunge Gallerano -può essere destinato anche ad altri scopi come la creazione di gel per la rigenerazione di tessuti danneggiati o, per l’appunto, di colliri per la cura delle malattie degli occhi».