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Inaugurata aula didattica per i più piccoli al Museo di Agrigento

Di Luigi Mula |

Cerimonia al museo archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento per l’inaugurazione dell’ aula didattica per i più piccoli.

Per il taglio del nastro, domenica scorsa, il direttore del Polo Culturale di Agrigento, Giuseppe Parello, la responsabile territoriale di CoopCulture, Maria Elena Cusenza e tanti bambini.

L’aula, realizzata, appunto, da CoopCulture (la cooperativa che opera nel settore dei beni e delle attività culturali in tutta Italia) in collaborazione con la direzione del museo, è uno dei tanti risultati tangibili del progetto “Culture for kids”, che si è chiuso domenica con la presentazione delle opere di Land Art, realizzate con il supporto di Richard Killing e Julia Chick.

Nel corso del progetto, ricordiamo, realizzato anche in collaborazione con Farm Cultural Park, i bambini hanno lavorato alla riqualificazione di alcune aree, piccole ma cariche di significato, che hanno consolidato il loro rapporto con il territorio.

Adesso, la nuova aula, progettata dall’architetto Elvira Capraro, che appare allegra, colorata e piena di vita: un luogo in cui i bambini si riverseranno contenti per divertirsi ed imparare.

“E’ una dimensione nuova che il museo vuole far percepire”, ha affermato l’architetto Giuseppe Parello, che prosegue: “Si tratta di uno spazio aperto che offriamo ai bambini e alle scolaresche che vorranno venirci a trovare. Siamo  convinti che il nostro nuovo pubblico sono loro, non un domani, ma già oggi. Se riusciamo ad affascinare un bambino – conclude il direttore del museo –  lo ritroveremo in futuro  come visitatore”.

“Abbiamo pensato e voluto fortemente questo spazio all’interno del museo per essere un luogo aperto alla creatività ed alla fruizione – ha sottolineato, poi,  Maria Elena Cusenza –   una mission che CoopCulture  adotta in tutti i siti che gestisce in Italia. L’idea è nata  anche grazie a Farm Cultural Park che ha seguito insieme a noi i percorsi creativi di Culture for Kids, Land Art”.

All’interno dell’aula, progettata dall’architetto Capraro, si può osservare un’ enorme lavagna con alcuni disegni: un fregio dorico con alternanza di metope e triglifi: “Le metope sono state lasciate volutamente in bianco – spiega l’ideatrice – perché i più piccoli possano raccontare il loro modo di vedere l’arte. I bambini per rafforzare il loro potenziale creativo hanno bisogno di vivere delle esperienze. È questa sala è articolata proprio in questo senso- conclude Elvira Capraro”.

La strada dello sviluppo cognitivo del bambino è, infatti, un percorso naturale che lo porterà gradualmente ad allenare le sue capacità di percezione e cognizione per controllare i propri moti interiori e il proprio comportamento.

Così, Florinda Saieva di Farm Cultural Park: “Un esempio di sinergia sul territorio che sottolinea il valore della cultura nel processo di crescita dei nostri bambini. Noi crediamo fortemente che la creatività possa, in qualche modo, condizionare quelle che sono le capacità del bambino. Nelson Mandela credeva fortemente nell’educazione quale arma potente per cambiare il mondo. Questa sala è il primo seme per far crescere questa provincia e fare in modo che i bambini, per primi,  e poi i genitori,  si approprino dei luoghi della cultura”.

Domenica, dicevamo, anche la conclusione del progetto “Culture for Kids”.

I bambini ci guardano: osservano, giudicano, si incuriosiscono, imparano. Tramite loro si riesce a salvare uno sguardo senza sovrastrutture, immediato, spesso molto rispettoso del territorio. Su questo ha lavorato anche il land_artist britannico Richard Shilling che ha ideato una sorta di opera a tappe. Il progetto ha coinvolto il museo agrigentino nell’’installazione di un’opera collettiva site specific creata dai partecipanti al laboratorio, sistemata nel chiostro come live performance, stringendo un rapporto con il tempo e la Storia.

“Un museo oggi non può restare incastrato in logiche antiche; parte da qui il concetto negativo di musealizzazione che si può leggere, in sintesi, come l’effetto di allontanare sempre più un sito dallo spettatore, qualsiasi età questi abbia, per chiuderlo in una bacheca – ha affermato Letizia Casuccio, direttore generale di CoopCulture – Noi lavoriamo quindi contro l’abbattimento di ogni tipo di barriere, fisiche e non, convinti che un museo, di qualsiasi genere, debba essere un luogo aperto, un hub – per sposare il tema dell’ICOM – che produca cultura, utilizzando tutti i mezzi a disposizione, di ultima e di ultimissima generazione; è lo spirito con cui lavora da sempre CoopCulture e lo stesso che ha segnato l’avvio di Culture for Kids, ma anche funzioni da polo di aggregazione: che parte da lontano, basti guardare la nuova saletta a per i bambini”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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