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Lampedusa, si conclude il progetto internazionale Life Elife

Si è posto l’obiettivo di contribuire alla conservazione di diverse specie di elasmobranchi nel bacino del mar Mediterraneo

Rita Baio

25 Giugno 2025, 20:00

Lampedusa, si conclude il progetto internazionale Life Elife

Si conclude oggi, nell’Area marina protetta di Lampedusa, il progetto internazionale Life Elife che si è posto l’obiettivo di contribuire alla conservazione di diverse specie di elasmobranchi nel bacino del mar Mediterraneo. Tra i protagonisti del progetto anche gli squali che da sempre abitano il nostro mare ma sono drasticamente diminuiti negli ultimi decenni. Squali e razze sono in pericolo a causa di inquinamento, distruzione dell’habitat e, soprattutto, della pesca accidentale. Non a caso, nel corso dell’ultimo appuntamento, in programma a Lampedusa, si terrà un’attività di snorkeling in prossimità della spiaggia dell’Isola dei conigli, proprio per sensibilizzare i fruitori del litorale sulla necessità di tutelare gli squali e, nel contesto, far conoscere il progetto Life Elife. Tra le specie minacciate e fortemente a rischio ci sono lo spinarolo, lo squalo smeriglio, lo squalo volpe, lo squalo grigio (interessato anche dalla pesca illegale nell’Area marina protetta delle isole Pelagie), lo squalo elefante e lo squalo zigrino. Si inseriscono tra le specie vulnerabili, quindi oggetto di conservazione di life Elife, il palombo, la verdesca e lo squalo mako. Descritti come mostri sanguinari, talvolta protagonisti anche di film, gli squali posseggono un valore unico: sono predatori all’apice della catena alimentare e costituiscono elementi insostituibili degli ecosistemi marini. La loro scomparsa, difatti, comporterebbe gravi squilibri nell’ecosistema con serie, e non sempre prevedibili, conseguenze.

Life Elife, in questo senso, si è posto anche un obiettivo scientifico: aumentare e rendere sistematica la raccolta di dati sullo stato di conservazione delle specie interessate attraverso la marcatura e l’applicazione di segnalatori satellitari agli esemplari catturati e rilasciati. E questo oltre alla diffusione di una maggiore consapevolezza e conoscenza nel pubblico rispetto al problema della conservazione degli elasmobranchi rese possibili da attività e laboratori svolte nelle scuole, di mostre ed esperienze edutainment nelle strutture e nelle aree coinvolte, come ad esempio i due Acquari di Genova e Cattolica, supportati da strumenti di comunicazione creati ad hoc. Un’altra, importante, azione divulgativa ha interessato anche i pescatori coinvolti in attività sul campo e in momenti formativi per imparare a conoscere strumenti di pesca alternativi e il loro utilizzo.