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Sea Watch, Salvini si rivolge all’Olanda: «Non siamo l’unico hotspot d’Europa»

Di Redazione |

ROMA – La Sea Watch3 con un «ricatto morale» espone 42 migranti a gravi rischi per forzare l’Italia a concedere lo sbarco. Ma la nave batte bandiera olandese e dunque “qualsiasi ulteriore peggioramento della situazione a bordo non potrà non ricadere nell’esclusiva responsabilità» dell’Olanda e del comandante. All’undicesimo giorno di zigzag della nave della ong tedesca a est di Lampedusa, il ministro dell’Interno Matteo Salvini scrive alla collega olandese Ankie Broekers-Knol chiedendole di intervenire. Da bordo parlano di «situazione in serio deterioramento» auspicando una soluzione al più presto. Ognuno fermo sulle proprie posizioni ed è ancora stallo sulla Sea Watch. Salvini mantiene fermo il divieto di ingresso in Italia, «neppure ai fini di una prima accoglienza, in vista di una successiva, ipotetica operazione di redistribuzione delle persone a bordo del natante verso altri Stati». L’Olanda, a cui anche la comandante della nave, Carola Rackete, ha chiesto indicazioni, per ora non si è fatta viva. E la giovane capitana è alle prese con un pesante «dilemma”: sbarcare a Lampedusa nonostante il divieto, con la conseguente «punizione» del decreto sicurezza bis (multe fino a 50milaeuro e sequestro), oppure restare al largo in attesa di una soluzione con il rischio però del precipitare della situazione a bordo?

Nella sua lettera alla ministra olandese, Salvini ricorda che, rifiutando di portare in Libia i migranti soccorsi, la comandante ha «autonomamente deciso di esporre le persone a bordo (donne, uomini e minori) ad una navigazione più lunga e pericolosa, con conseguenti inutili, maggiori rischi per la propria integrità psico-fisica». E, «pur avendo richiesto, sin dall’inizio, un porto di sbarco al proprio Paese di bandiera – a Voi – non ha, inspiegabilmente, ricevuto risposta». Così da molti giorni la Sea Watch staziona ai limiti delle acque italiane utilizzando in modo «strumentale» «l’evoluzione delle condizioni delle persone a bordo per ‘forzarè le Autorità italiane ad autorizzare lo sbarco».

Ma a fronte di questa condotta, secondo il titolare del Viminale, «l’Italia non può, all’evidenza, consentire – sottostando ad un “ricatto morale” – che le proprie leggi vengano, di fatto, calpestate e rese parole vuote». La lettera si chiude con un richiamo all’”esclusiva responsabilità» dell’Olanda e del comandante e dell’equipaggio nel caso di peggioramento della situazione a bordo e con l’invito alla collega ad assumere «le necessarie, urgenti iniziative». La portavoce dell’Unhcr Carlotta Sami parla di «braccio di ferro scandaloso e senza senso», ricordando come «le persone sono in mare fra Libia e Italia anche senza ong. Malta ha appena concesso sbarco a un’imbarcazione» con 37 persone, che era stata segnalata da Alarm Phone. Dura anche Emma Bonino (+Europa): «io – lamenta – non riesco ad assuefarmi al fatto che un continente di 500 milioni di abitanti assista senza colpo ferire a 42 profughi, disgraziati e naufraghi che da dieci giorni ciondolano di fronte a Lampedusa. Questa è una vergogna dell’Europa oltre che dell’Italia».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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