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Porto Empedocle: tutti vogliono i pezzi dismessi dall’Italcementi

Di Gaetano Ravanà |

Tre incontri in Prefettura per sbrogliare altrettante matasse sotto la regia del prefetto Caputo e del sindacato. Giovanni Manganella della Uil ha presenziato all’incontro tra il rappresentante dell’azienda bergamasca Italcementi e il rappresentante dell’Iseda, Giancarlo Alongi, società interessata a prendere una delle cave ubicate all’interno della fabbrica di Porto Empedocle per la lavorazione degli inerti dell’edilizia. L’Italcementi ha un progetto per la bonifica di tutte le cave, l’Iseda chiede la modifica del progetto stesso al fine di portare a compimento il proprio progetto.“Sarebbero sei posti effettivi di lavoro – dice Giovanni Manganella della Uil – e una decina dell’indotto, per una provincia assetata di lavoro, sarebbe importante. Ma l’intesa oggi non è stata trovata, anche se con l’ausilio del prefetto, le due parti hanno deciso di aggiornarsi al 15 o 16 settembre prossimi”.Il secondo incontro ha riguardato la richiesta di uno spazio, sempre all’interno dell’Italcementi. da parte di un’azienda che intende avviare un impianto per la produzione di gas metano dai rifiuti che verrebbe inserito nella rete nazionale Snam. Con il residuo della lavorazione verrebbe ricavato del fertilizzante.“In questo modo – continua Manganella – potrebbero tornare in gioco gli ex lavoratori dell’azienda lombarda che hanno finito o stanno per esaurire la mobilità dei quattro anni. Infine, abbiamo preso parte all’incontro tra l’Italcementi e l’azienda Moncada group che ha chiesto l’utilizzo dei forni per la produzione di carbone vegetale. Il prefetto ha cercato di far continuare le trattative ed ha chiesto all’azienda lombarda di metterci la massima volontà”.“Malgrado siamo in agosto – dice il segretario generale della Uil, Gero Acquisto – il sindacato continua a prendere parte ai tavoli dove si discute della possibilità di nuove opportunità lavorative. La nostra speranza è che l’Italcementi possa rispondere positivamente alle richieste avanzate da altre aziende per sfruttare lo stabilimento di Porto Empedocle”.

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