Notizie Locali


SEZIONI
Catania 13°

L'intervento

Lampedusa e gli immigrati, Bartolo su “La Sicilia”: «Ciò che si racconta e la verità sull’Isola e sui migranti»

Di Pietro Bartolo* |

Il molo Favaloro divide il porto vero e proprio dalla spiaggia della Guitgia. Vedere da un lato i turisti che si divertono e dall’altra l’arrivo di poveri disgraziati, è un contrasto potente che fa male. È assurdo che possano esistere due realtà così vicine e così totalmente diverse.

Malgrado tutti adesso parlino male di immigrazione ed immigrati, per noi lampedusani gli immigrati sono stati una manna dal cielo. Mi spiego meglio. L’ultima volta che i giornali avevano parlato di Lampedusa era stato per i missili di Gheddafi nel 1986. Adesso Lampedusa è diventata l’ombelico del mondo per il fenomeno immigrazione. La gente viene qui in massa, abbiamo avuto un incremento turistico importante, non solo di turisti che scelgono l’isola per le sue bellezze, ma anche di persone che vengono per solidarietà, per vedere con i loro occhi la situazione. Certo, molti non vengono, convinti – secondo quello che è stato loro raccontato da chi ha interesse a parlare male dei migranti – che siano terroristi e delinquenti.

«Ma come?, Vai a Lampedusa con il mare pieno di morti?».

Però c’è anche tanta altra gente che viene per conoscere quest’isola straordinaria che ha fatto onore all’umanità intera come ci è stato riconosciuto anche da Junker.

Lampedusa è aperta, lo è sempre stata. Mentre si parla della Sea Watch, della Mediterranea o dell’Alan Kurdi, sono continuati ad arrivate migranti e Lampedusa non si è mai lamentata. Del resto, perché dovremmo?

Tutto sommato il fenomeno immigrazione è gestito abbastanza bene. La cosa sbagliata è che i turisti i migranti non li vedono nemmeno, come se a loro dovesse essere evitato l’incontro con i “mostri”. E anche se fosse? Sono persone.

La gente che incontro, che mi ferma per strada, che si complimenta con me, è quella che si mette a piangere, che non si gira dall’altra parte, che viene per solidarietà, per aiutare questo popolo di Lampedusa.

Sono anni che vado in giro per raccontare quello che succede sull’Isola, per dire la verità sull’immigrazione e non quello che viene raccontato. È diventata la mia seconda missione dopo quella di medico. Parlo di cose che mi capitano e che tocco con mano. Penso che un medico abbia la responsabilità di fare sapere ciò che accade a chi vive in trincea.

Oggi, è vero, gli sbarchi sono diminuiti ma non posso dire “per fortuna”. Sappiamo quanti ne arrivano ma non quanti ne partono, quanti sono stati torturati, violentati, uccisi nei lager “a casa loro” e quanti ne muoiono in mare.

Istituire corridoi umanitari, favorire i canali regolari, liberare i campi di concentramento, questo dovremmo fare. Non si capisce ancora che rendere difficile l’arrivo foraggia i trafficanti, tanto più che, oggi chi salva la gente in mare commette reato. Fino a poco tempo fa che salvava una persona diventata un eroe, il Presidente della Repubblica ti convocava per darti una medaglia. Oggi chi salva una persona va in galera, gli sequestrano la barca e gli fanno una multa. È vergognoso e disumano che l’Italia abbia potuto adottare una legge del genere.

Ho chiesto al Parlamento europeo di modificare la direttiva europea del 2002 a proposito del favoreggiamento dell’immigrazione, che mette sullo stesso piano chi lo fa a scopo di lucro (i trafficanti) e chi, invece a scopo umanitario, tutti delinquenti alla stessa stregua.

Oggi l’Italia, con la crisi di governo, sta attraversando un momento particolare, ma è l’occasione per riprendere la strada maestra della democrazia, della libertà, della Costituzione, calpestata ogni giorno da chi chiede “pieni poteri”: una cosa che mi fa tanta paura. Non è questa l’Italia, noi non siamo questi. L’Italia è un paese contaminato dalle grandi culture del Mediterraneo. Dobbiamo tornare su questa strada.

*Eurodeputato Pd

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA