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Porticciolo turistico di Licata: tutti assolti e una sola condanna lieve

Di Gaetano Ravanà |

Il porticciolo turistico di Licata è abusivo ed è stato costruito con opere illegittime su un’area di proprietà del demanio dove non era stato autorizzato. Tuttavia non furono commessi brogli per salvare il costruttore, Luigi Francesco Geraci, 76 anni, imprenditore di Sommatino (Cl), titolare della società «Iniziative immobiliari» che ha realizzato il progetto, dal pagamento degli oneri concessori che sono stati quantificati in 7 milioni di euro. E’ la conclusione alla quale è giunto il gup del tribunale di Agrigento Giuseppe Miceli che ha condannato Geraci a 3 mesi di arresto e 10 mila euro di ammenda per i soli reati di occupazione abusiva di suolo pubblico e abuso edilizio. La pena verrà sospesa solo se demolirà le opere abusive.  Assolti gli altri 6 imputati, a partire dall’ex dirigente dell’Utc di Licata, Vincenzo Ortega, adesso in servizio nello stesso incarico a San Cataldo (Cl), che, a sorpresa, all’udienza precedente, aveva formalizzato insieme al suo difensore la rinuncia alla prescrizione puntando, quindi, solo su un’assoluzione nel merito che è arrivata. Gli altri prosciolti sono i due dirigenti del Comune di Licata Andrea Occhipinti, 50 anni, a capo del dipartimento finanziario e Giuseppa Maria Pia Amato, 60 anni, responsabile del Suap (erano accusati di abuso d’ufficio). Assolti anche Salvatore Geraci (figlio dell’imprenditore), Paola Vizzini e Bartolo Consagra. Questi ultimi erano accusati di occupazione abusiva di suolo demaniale. Due i livelli di responsabilità ipotizzati dal pm Alessandra Russo che aveva chiesto 7 condanne. Da una parte il mancato pagamento degli oneri concessori sottratti alle casse del Comune per un importo di circa 7 milioni e, dall’altra, gli abusi edilizi con varianti approvate in maniera illegittima e spazi edificati senza la relativa concessione. La pena proposta nei confronti di Geraci era di un anno e sei mesi.

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