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Giancarlo Giannini atteso sabato ad Agrigento: “Ricordo la visita ai Templi con Turi Ferro”. Nostra intervista

Di Luigi Mula |

“Sono stato nella Valle dei Templi insieme a Turi Ferro”. Giancarlo Giannini esordisce, così, al telefono, confidandoci, con un pizzico di nostalgia,  il ricordo della sua visita ad Agrigento in occasione delle riprese del film di Lina Wertmuller: “ Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova”, girato in Sicilia alla fine degli anni Settanta.

A distanza di cinquant’anni il noto attore, regista e doppiatore spezzino torna ad Agrigento con lo spettacolo “Parole note”, in scena sabato 18 e domenica  19 gennaio, al Teatro “Luigi Pirandello”.

L’interpretazione appassionata e vibrante di Giannini si intreccia con l’esecuzione dei brani in chiave jazz della tradizione napoletana proposti dal Marco Zurzolo Quartet, in un perfetto equilibrio tra musica e parole.

Giancarlo Giannini al telefono è un vero fiume in piena; si compiace e sorride quando gli confido che il suo nome nel cartellone del “Pirandello” ha fatto lievitare il numero degli abbonati alla stagione di prosa.

Simpatico, cordiale e dalla battuta pronta, ci rivela, poi, tutto il suo amore per la Sicilia. L’isola, infatti,  ha avuto un ruolo fondamentale nella brillante carriera dell’attore che vanta oltre 170 film ed una nomination all’Oscar per “Pasqualino Settebellezze”.

I ruoli interpretati da Giancarlo Giannini sono entrati nella storia del cinema; personaggi attualissimi, basta guardare le prime pagine dei giornali per trovare un’ umanità fin troppo simile al manovale catanese Carmelo Mardocheo, soprannominato Mimì, od a Gennarino Carrucchio di “Travolti da un insolito destino”. Nelle pellicole, infatti, razzismo, sesso, politica, ineguaglianza sociale e di genere si incontrano e, soprattutto, si scontrano. 

Dal boss mafioso all’operaio proletario, dal protagonista della commedia all’italiana a quello di impronta drammatica, un inedito Giancarlo Giannini si racconta:

Maestro è molto atteso ad Agrigento. Ha un significato per lei recitare nella città di Luigi Pirandello?

“Si! Pirandello ed Eduardo sono tra i maggiori autori del nostro tempo. Da un lato la Sicilia a cavallo tra i due secoli raccontata dallo scrittore e drammaturgo agrigentino, dall’altro la Napoli del secolo scorso rappresentata dall’amaro riso di Eduardo”. Di cosa tratta “Parole note”?

“E’ un gioco tra musica e poesia con dei bravissimi musicisti che si intersecano con quello che dico io. Ma, in generale  la poesia è già musica. Come diceva il poeta, la musica è il linguaggio di Dio. Nello spettacolo si intrecciano vari autori per riflettere sull’amore, la bellezza, la donna, la passione e la vita.”

Lei ha girato diversi film in Sicilia. Che ricordi ha dell’Isola?

“La Sicilia è straordinaria. Prima di interpretare il ruolo di Mimì ( Mimì metallurgico ferito nell’onore, ndr) non sapevo nulla della Sicilia. Così, alcuni mesi prima delle riprese, ho preso l’aereo e sono andato in giro per l’Isola. Avevo con me una macchina fotografica ed una cinepresa per filmare luoghi e persone. Mi addentravo nei paesi più piccoli. È stato un periodo molto bello ed intenso.”

Per questo motivo parla con disinvoltura il nostro dialetto?  

“Tutti i siciliani che ho interpretato mi sono venuti bene al punto che per anni si è pensato che io fossi nato in Sicilia, mentre in realtà sono Ligure. Ho imparato a capire la differenza tra il dialetto palermitano e quello catanese. Il catanese non è un dialetto, ma una vera e propria lingua. Catania è una terra di grandi tradizioni teatrali e cinematografiche. È la città di Angelo Musco e Turi Ferro, per esempio.”

È stato anche candidato all’Oscar come miglior attore per “Pasqualino Settebellezze”.  Qual è il segreto di questo successo?  

“Il film tratta di una storia vera. Io ho conosciuto il vero protagonista della storia. Ho parlato molto con lui. Per rendere bene un personaggio, per farlo arrivare al cuore della gente è necessario non solo imparare le battute ma viverlo, studiare le sue espressioni, il suo modo di muoversi, come parla.”

Nella sua carriera  ha interpretato, citando Pirandello, “Uno nessuno e centomila” personaggi. Tolta la maschera chi è Giancarlo Giannini?

“Recitare in inglese si traduce con to play, in francese con jouer. A me piace l’inglese: giocare. Per me, infatti, questo lavoro è un gioco, un divertimento. Non c’è un personaggio che mi piace di più; interpretando molti ruoli ti accorgi che alla fine racconti sempre te stesso. Al Centro sperimentale di cinematografia insegno ai ragazzi, che vogliono fare gli attori, la gioia di vivere. È bello giocare con la fantasia, pensare e fantasticare”.

Appuntamento, dunque, sabato e domenica prossimi al Teatro Pirandello di Agrigento con lo spettacolo più atteso di questa stagione. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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