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Coronavirus, la preside siciliana in prima linea al Nord e che fa da apripista

Di Redazione |

Computer in comodato d’uso agli studenti affinché possano partecipare alla didattica online. L’idea, vincente aggiungiamo, di Rossana Neri, dirigente della scuola media Orsini a Imola, agrigentina e al suo primo incarico, che ha subito precisato: “Ho avuto la fortuna di trovare una scuola che disponesse di dispositivi in più. Probabilmente, i miei colleghi siciliani non avranno questa disponibilità. Sa, a volte si tratta non di voler fare ma di non poter fare”.

Il comodato d’uso alla Orsini di Imola non è stato attivato soltanto in funzione dell’emergenza Covid-19.

“Il servizio è attivo dall’inizio dell’anno – spiega Rossana Neri – per gli studenti con difficoltà, anche perché il digitale è uno straordinario strumento compensativo per ragazzi con disturbi di apprendimento. Abbiamo pensato fosse un atto necessario seppure non risolutivo perché, a fronte di 10-12 pc che abbiamo dato, ne avremmo potuti dare tanti altri se li avessimo avuti. Le richieste, infatti, sono state numerose. Questo dimostra – prosegue la dirigente scolastica – quanto la didattica a distanza abbia un limite nell’accesso. L’inclusione di cui tanto parla la scuola, nei fatti, non si può realizzare. I ragazzini con condizioni socioculturali ed economiche svantaggiate spesso sono tagliati fuori da buona parte di questi interventi straordinari a distanza”.

Certo, gli smartphone aiutano ma non per tutto…

“Anche gli smartphone possono essere impiegati, come i pc, per cui riusciamo a sopperire ma con maggiore difficoltà: non si può, su uno smartphone, fare un lavoro a distanza per consegnare un compito, per esempio, cosa che invece con un pc si fa molto agevolmente”.

L’Orsini non mette a disposizione dei propri studenti soltanto i software ma anche gli hardware purché siano restituiti efficienti e funzionanti, poiché serviranno per altri fruitori. Pc in comodato d’uso e non soltanto agli studenti.

“Alcuni personal computer sono stati dati ai dipendenti affinché lavorassero a distanza. C’erano le condizioni perché si facesse, nella nostra scuola. Stiamo provando a dare una risposta a una situazione emergenziale perché, se è vero che comunque la didattica diventa una esigenza secondaria, è pur sempre un diritto di ogni studente. Qui, in Emilia Romagna le scuole sono chiuse dal 24 febbraio scorso e ciò ha sospeso o assottigliato un diritto sacrosanto: l’apprendimento. La risposta non poteva che essere immediata considerato che noi, dirigenti scolastici, siamo i garanti di questo diritto che è anche un dovere in termini di obblighi scolastici”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA