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Coronavirus, commercianti di Agrigento al collasso, bisogna bloccare i tributi locali

Di Gaetano Ravanà |

Anche la sezione Fipe di Confcommercio di Agrigento, presieduta da Gabriella Cucchiaro, fa eco all’appello nazionale e scrive a tutti sindaci della provincia a partire da Calogero Firetto, primo cittadino della città capoluogo.

“I tempi di riapertura, per le imprese che svolgono attività di ristorazione e di intrattenimento, sembrano allontanarsi con il passare dei giorni. Viviamo nell’incertezza, le nostre imprese sono chiuse, impossibile far fronte a costi fissi, come i tributi locali. Per questo – spiega Gabriella Cucchiara – chiediamo al sindaco di predisporre tutti gli atti per il rinvio di Tari, Imu e altri tributi locali”.

Il riferimento è alle misure di contenimento epidemiologico introdotte dai DPCM 8/3/2020 e 12/3/2020, che hanno costretto molte imprese a rimanere chiuse, riducendo, nel contempo, in maniera significativa anche il lavoro delle attività inserite nell’Allegato 1 che vendono beni di stretta necessità.

Tali misure, certamente condivisibili sul piano della prevenzione, stanno mettendo in grave difficoltà le imprese del Terziario, che si trovano senza entrate per un tempo al momento non ipotizzabile e che non possono far fronte ai pagamenti previsti per mancanza di liquidità.

“Con grande preoccupazione per la tenuta del nostro sistema economico – si legge nella lettera diffusa da Fipe – chiediamo pertanto di voler intervenire con urgenza prevedendo l’immediato differimento dei versamenti della TARI almeno fino al 31 maggio, l’abbattimento per il 2020 della quota comunale dell’IMU, la sospensione della Tosap e ogni altro intervento sui tributi locali e comunque a sostegno delle piccole imprese. Confidando in una risposta positiva e sollecita, porgiamo cordiali saluti”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA