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Coronavirus fase 2, pochi clienti nei bar e ristoranti agrigentini

Di Gaetano Ravanà |

Quando non era ancora chiaro il via libera alla riapertura di bar e ristoranti, uno dei chef più rinomati in Italia disse: “Il problema non sarà riaprire, ma riempire”. Anche se ancora è troppo presto per tirare le somme, in qu4sti ptimi giorni di riapertura i bar hanno fatto registrare quasi il 50 per cento in meno di affari rispetto al pre lockdown. I ristoratori ancora peggio, oltre il 70 per cento. Questo solo in provincia di Agrigento dove la gente non è ancora decisa a trascorrere una serata al ristorante o pizzeria o prendere anche un semplice caffè al bar.

Molti hanno paura, ma molti altri non hanno soldi necessari perché non hanno ricevuto ancora la cassa integrazione, i varii bonus e, poi stiamo sempre parlando della provincia più povera in Italia che purtroppo è destinata a impoverirsi ulteriormente.

Nell’agrigentino da anni esiste l’arte di arrangiarsi, di vivere alla giornata svolgendo qualsiasi tipo di lavoro. Guadagnando anche quei 10-20 euro giornalieri che ti aiutano a campare senza sbarcare il lunario. Si chiama lavoro nero che è sempre esistito. Ebbene, con il Covid-19 e, quindi, con l’economia quasi paralizzata, queste persone, non riescono a guadagnarla questa esigua somma e tutti i settori ne risentono.

Soltanto il turismo può risollevare l’economia della provincia di Agrigento, ma non ci aspettiamo di certo i grandi numeri degli ultimi anni, con il coronavirus in agguato e la crisi economica non possiamo aspettarci grandi arrivi. La speranza è che si riescano ad allargare le misure con il nord della Penisola, per almeno contenere le perdite. Il turismo straniero, infatti, difficilmente lo si vedrà in questa estate che oramai è scoppiata. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA