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Bancario licenziato “per giusta causa”. Cisl- First: “Da vittima a carnefice”

Di Gaetano Ravanà |

Il confine tra essere vittima di un reato e subire la sorte del capro espiatorio, diventando il colpevole, in certe realtà aziendali è spesso incredibilmente troppo labile. In questi giorni purtroppo apprendiamo con estremo stupore e fortissima irritazione la notizia che il nostro stimatissimo dirigente Mario Gallo ha subito un provvedimento disciplinare estremo – licenziamento per giusta causa – a seguito di una rapina a febbraio nella quale lo stesso è stato vittima.

Nonostante la totale estraneità del collega ai fatti e la lunga e immacolata carriera all’interno della Banca Popolare S.Angelo (BPSA), la sua Banca ha deciso di fargli pagare il conto della rapina licenziandolo.

Mario Gallo è persona per bene, da sempre impegnata con estrema intensità nell’attività lavorativa dove ha costantemente espresso la propria carica umana contribuendo così a rendere prestigiosa in questi anni la BPSA in tutte le agenzie dove ha lavorato. In particolare le filiali di Agrigento che ha fatto crescere con il proprio lavoro ed impegno, mettendo a profitto le tantissime relazioni personali che da sempre coltiva in città, dove gode della stima generale per essere persona attenta e impegnata nel sociale e nella cura del centro storico da tempo immemore.

La decisione presa dalla BPSA (Banca Popolare S. Angelo), per modalità, merito e tempistica, per noi è assolutamente inaccettabile, intollerabile fino a lambire i confini della legalità. A Mario sono state contestate violazioni della normative sulla sicurezza durante una rapina, violazioni tutte da dimostrare e che non tengono conto che sarebbero eventualmente avvenute in una condizione di insostenibile stress psicologico quando la propria vita e quella di una collega era sotto gravissima minaccia. Non si è invece minimamente considerato che, grazie al suo comportamento, il danno economico subito dalla banca è stato molto inferiore a quello potenziale.

Le contestazioni sono state mosse nonostante il forte stato di shock post traumatico del collega a seguito degli eventi delittuosi di cui è stato vittima, nonostante la situazione pandemica che si viveva in quei giorni fosse all’apice del suo impatto sulle nostre vite, nonostante fosse chiaro che Mario era la vittima e non il carnefice.

A questo punto ci attanaglia un dilemma insolubile: se la Banca agisce così verso i propri dipendenti fedeli – da sempre il vero cuore pulsante di un’azienda bancaria – come si può poi ricercare la fiducia dei clienti?

Certamente non lasceremo mai soli i nostri Iscritti nè i dipendenti bancari tutti, perché il ruolo del Sindacato è e resterà sempre di tutela del lavoratore che non si macchi di dolo o commetta violazioni gravissime della normativa vigente.

Pertanto, come Territoriale e come Federazione, esprimiamo la massima solidarietà a Mario Gallo. Stiamo fornendo e continueremo a fornirgli totale sostegno sicuri che molto presto da un giudice terzo otterrà non solo il ripristino del proprio posto in BPSA ma soprattutto il riconoscimento che lui è stato vittima di un gravissimo episodio delittuoso in occasione della rapina ed anche di un immotivato accanimento aziendale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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