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Migranti, Lamorgese: «Non possiamo affondare i barchini. Stiamo lavorando per aiutare la Tunisia»

Di Redazione |

AGRIGENTO – Il dibattito sulla gestione e l’accoglienza dei migranti in Sicilia resta sempre acceso tra l’esigenza di svuotare il centro di Lampedusa, o quantomeno di riportarlo entro i limiti di capienza consentiti, e le posizioni dei governi regionale e nazionale. Stamane la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese intervenendo al Forum Ambrosetti a Cernobbio è tornata sull’argomento affermando: «Una delle accuse che ci rivolgono è che non abbiamo bloccato gli sbarchi autonomi. Ma non possiamo bloccare i barchini affondandoli. Non devono partire, bisogna quindi lavorare con i Paesi di provenienza, come la Tunisia dove sono stata due volte a luglio ed agosto». La ministra ha ricordato che «negli ultimi due mesi tutti i migranti sono arrivati con sbarchi autonomi, l’unico arrivo con una nave ong è avvenuto la scorsa settimana ed ha riguardato 350 persone».

«In questo momento – ha spiegato Lamorgese – ci stiamo muovendo per aiutare la Tunisia, sostenere ed accrescere la sua capacità di gestione dell’amministrazione pubblica e dei flussi migratori. Abbiamo parlato con il presidente della Repubblica e con il presidente del Consiglio incaricato ed abbiamo avuto tutte le rassicurazioni, hanno bloccato le partenze da Sfax, che era il principale porto utilizzato dai trafficanti; ora hanno trovato altri porti, ma noi abbiamo fatto tutti gli interventi del caso». E l’Italia chiede anche l’aiuto dell’Europa. «Nel Patto per le migrazioni che sarà presentato a breve – ha sottolineato la ministra – si dovrebbe assolutamente stabilire il principio dei ricollocamenti obbligatori e non facoltativi. I Paesi Visegrad non vogliono e noi abbiamo proposto che ci siano sanzioni economiche per chi non partecipa ai ricollocamenti». 

Pronta è arrivata la risposta del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci: «Affondare i barchini? Ma ci hanno preso per criminali? Anche oggi il ministro dell’Interno ha perso l’occasione di dire una cosa semplice: hanno sottovalutato enormemente il rischio sanitario connesso alle migrazioni. Non hanno adeguato le strutture ai rischi connessi alla pandemia, di cui si aveva notizia dai primi di febbraio. Domani è il 7 settembre e solo domani si terrà una riunione per svuotare ed adeguare l’hotspot di Lampedusa. Mentre ancora nulla si sa degli altri. Ragione per la quale domani, al termine di quella riunione sull’isola, valuteremo quali provvedimenti urgenti assumere, avendo appena ricevuto anche la relazione sul Cara di Caltanissetta. Tutti hanno capito che la nostra è una battaglia di civiltà. Quindi non ci fermiamo». 

Frattanto le navi quarantena Rhapsody e Snav Adriatica restano nelle acque antistanti Lampedusa (Ag). All’hotspot di contrada Imbriacola vanno avanti le operazioni di identificazione – foto segnalamento e rilevazione delle impronte digitali – per alcuni dei 400 migranti rimasti. Solo quando verranno ultimate queste operazioni, effettuate dalla polizia, i migranti potranno essere trasferiti sulla «Snav Adriatica». Le persone saranno imbarcate forse domattina quando, fra le 7 e le 10, il vento, stando al bollettino meteo della Capitaneria di porto, dovrebbe calare. Sulla nave quarantena Rhapsody dovranno essere imbarcate un’altra cinquantina di persone, arrivando ai preventivati 804 ospiti, e 32 positivi al Covid-19. I contagiati dal virus non possono essere portati a bordo della nave quarantena con le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di finanza perché, per procedura, le vedette utilizzate dovrebbero poi fermarsi per la profilassi sanitaria, compresi i tamponi per i militari. La profilassi si tradurrebbe quindi in uno stop all’operatività delle motovedette. Anche per imbarcare queste persone – ossia i 32 positivi al Covid e un’altra cinquantina di extracomunitari – s’attende che le condizioni del mare migliorino e la Rhapsody riesca ad entrare in porto per attraccare. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA