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Acqua pubblica, arriva il Commissario ad acta per scongiurare perdita finanziamenti

Di Gaetano Ravanà |

“Dopo le prese di posizione pressoché unanimi a favore dell’acqua pubblica da parte di variopinti esponenti politici e di amministratori collocati nelle diverse latitudini del nostro territorio è arrivata di recente, non esattamente come un fulmine a ciel sereno, la provvidenziale nomina di un Commissario ad acta per gli adempimenti necessari a rendere pubblico il servizio idrico con il compito istituzionale di sostituirsi alle pigre amministrazioni che, evidentemente, hanno stimato il problema dell’acqua pubblica come un tema di secondo piano e del quale hanno ritenuto di infischiarsene”.

Lo sostengono i coordinatori ATTIVA provinciali di Agrigento, Nuccia Palermo e Salvatore Termine.

“Pur volendo sorvolare sull’insensibilità dei suddetti soggetti rispetto alle ragioni ideali e al valore del ritorno alla gestione pubblica dell’acqua – continuano Palermo e Termine – non si può tuttavia non imputare agli stessi il più totale e irresponsabile disinteresse verso i finanziamenti milionari per il periodo 2021-2027 che la loro inerzia ha rischiato di farci perdere. Vogliamo ricordare, infatti, che mancano soltanto quattro mesi al 1° gennaio 2021, scadenza assegnata dal Ministero dell’Ambiente entro la quale devono concludersi tutti gli adempimenti di legge per la costituzione e il pieno funzionamento della Azienda Speciale Consortile, pena la perdita di cospicui finanziamenti per la realizzazione delle opere necessarie. Insomma, una figuraccia che, solo grazie all’avvenuto commissariamento, forse non produrrà danni irreparabili. Resta il dato sconfortante di una diffusa abitudine alla reticenza di certi soggetti che, pur di non ferire i sentimenti dei privati che fino ad ora hanno (mal)gestito il servizio idrico, hanno preferito farsi commissariare autodenunciando (di fatto) la loro inutilità. Salta, infine, all’occhio che tra i 14 comuni latitanti (Agrigento, Camastra, Comitini, Casteltermini, Favara, Lampedusa, Montallegro, Porto Empedocle, Sant’Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, San Giovanni Gemini,  San Biagio Platani, Ravanusa e Sciacca) vi sono anche Agrigento e Sciacca. Comuni che, il primo perché capoluogo di provincia, il secondo perché il Sindaco riveste contestualmente la funzione di Presidente dell’ATI, in questa vicenda avrebbero dovuto dare il buon esempio, ma, ahinoi, così non è stato”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA