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Garantire assistenza alla figlia disabile è un diritto Costituzionale: il Tribunale di Pavia accoglie ricorso di docente agrigentina

Di Gaetano Ravanà |

L’impossibilità per una mamma di prestare assistenza continua ad una figlia minore, disabile grave, costituisce una violazione dei diritti costituzionali della stessa e rappresenta motivo di urgenza per procedere in giudizio.

L’importante principio è stato ribadito nei giorni scorsi dal Tribunale di Pavia nei confronti di un’insegnante dell’Agrigentino, difesa dagli avvocati Francesca Palumbo e Giuseppe Limblici, che si era rivolta alla giustizia per contestare le procedure di mobilità attivate del Ministero dell’Istruzione che l’avevano esclusa dalla possibilità di tornare a lavorare nella sua provincia.

In particolare il Tribunale, nell’accogliere le ragioni difensive, ha ritenuto sussistere motivi di urgenza “essendo evidente che i tempi del giudizio ordinario sarebbero incompatibili con un’utile pronuncia stanti le impellenti esigenze assistenziali” nei confronti del soggetto affetto da grave disabilità.

I giudici hanno anche ritenuto fondate le osservazioni stante che la donna è stata esclusa in modo illegittimo dalla possibilità di essere trasferita dalla Lombardia alla Sicilia, pur essendo disponibili dei posti all’interno della regione. Il Tribunale ha quindi ordinato il trasferimento dell’insegnante. Il provvedimento è stato confermato anche in sede di reclamo essendosi il Ministero opposto al provvedimento emesso dal primo Giudice.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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