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LegaPro, due anni di errori si pagano, l’Akragas smobilita

Di Fabio Russello |

Akragas al capolinea. L’ennesimo dietrofront del patron Marcello Giavarini che, per il secondo anno consecutivo, ha annunciato il suo disimpegno a Natale (anziché a giugno) ha spinto il presidente Silvio Alessi, l’uomo che aveva rilanciata il calcio ad Agrigento e che però ha dovuto scendere a patti con la cordata bulgara, a gettare la spugna.

“Ho cercato – ha scritto Alessi – di fare quanto nelle mie possibilità per risolvere positivamente le problematiche venutesi a creare dopo il disimpegno del presidente Marcello Giavarini dovute a motivazioni giustificate da me condivise. Ribadisco ancora una volta la mia gratitudine nei suoi confronti e il mio ringraziamento per quanto fatto in questi due anni e per essermi stato accanto fino ad oggi”.

Giavarini, va detto, è l’imprenditore di origini licatesi (e per questo mai amatissimo dai supporters akragantini) che ha permesso alla squadra di iscriversi in Lega Pro dopo l’eccezionale campionato di serie D di due anni fa. Ma Giavarini si occupa di altro e non di calcio e con Peppino Tirri, procuratore Fifa conosciuto in campo internazionale, ha fatto una serie di errori, come quello ad esempio di smantellare il gruppo storico. Poi Tirri c’ha messo del suo sbagliando il primo anno il tecnico (con Nicola Legrottaglie esonerato dopo sette sconfitte consecutive in casa e con Pino Rigoli che è poi riuscito nell’impresa impossibile di salvare la squadra) e ha anche risbagliato quest’anno, perché la squadra è giovane (troppo giovane) e il tecnico ex del Messina Lello Di Napoli non è riuscito a farla sbocciare. La classifica è infatti da allarme rosso.

Alessi si difende: “Avevo più volte lanciato un grido d’allarme e detto chiaramente che da solo non sarei riuscito a portare a compimento l’attuale campionato, essendo l’impegno molto oneroso, al quale non avrei potuto fare fronte senza un aiuto economico. Tra l’altro ricordo a tutti i grandi sacrifici, non solo economici, profusi in questi cinque anni di mia presidenza con tante soddisfazioni per i tifosi e per la città di Agrigento. Ho più volte invitato chi ha a cuore le sorti di questa squadra a farsi avanti e mi riferisco all’imprenditoria locale, alla politica, ai tifosi, etc., perché eravamo di fronte ad un malato grave, metaforicamente parlando, che aveva bisogno, oltre all’affetto, anche di medicine per guarire. In questo periodo si è parlato tanto di diverse cordate interessate ad acquisire in toto, o in parte, le azioni societarie. Si è discusso molto sui giornali e sui social network di mediatori a cui erano a cuore le sorti dell’Akragas, e noi con grande disponibilità abbiamo messo a disposizione i libri contabili, e quant’altro richiesto, al fine di poterli mettere nelle condizioni di valutare attentamente la situazione contabile. Con altri abbiamo solamente discusso e dimostrato, con carte alla mano, che questa è una società sana, con pochissimi debiti, in regola con i pagamenti di stipendi, contributi e tasse fino ad oggi. Ho anche dato ai nostri interlocutori un tempo massimo per ricevere quanto meno una disponibilità a dichiarare un serio interesse e, quindi, a concretizzare con i tempi necessari l’acquisizione di eventuali pacchetti azionari”.

Quindi si smobilita: “Tutti i soci, sia di maggioranza che di minoranza, all’unanimità, hanno deliberato di dare mandato al Cda di ridurre drasticamente il budget e quindi di permettere la conclusione del campionato in corso, con le risorse a disposizione. Poiché, come ho sempre detto, non sarò sicuramente io il presidente che farà scomparire l’Akragas, comunico a tutti che ho già dato incarico all’Amministratore delegato, Peppino Tirri, affinché da domani si attivi immediatamente per ridurre al minimo il budget intervenendo sul mercato in uscita e sulla gestione amministrativa della società”.

Dopo le cessioni di Marino al Fondi e di Salandria al Matera, nelle prossime ore potrebbero partire Gomez (destinazione Catanzaro), ma anche Zanini.

Sui social la tifoseria è divisa sul ruolo di Silvio Alessi, ma è compattissima su Marcello Giavarini, l’imprenditore dai mille tira e molla che ha fatto stancare la piazza.

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