Agrigento, la "nuova" scalinata verso l'alto porta le polemiche...
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AGRIGENTO - Nuovi elementi di arredo urbano lungo scalinata Madonna degli Angeli, ad un giorno dall'inaugurazione le polemiche ad Agrigento non si placano. Se sabato sera, in una via Atenea piena di cittadini e turisti che hanno goduto degli eventi organizzati dai privati e delle vetrine aperte fino alle 23, l’Amministrazione ha “tagliato il nastro” degli interventi realizzati dal ceramista Nino Parrucca lungo una delle scalinate più note e apprezzate della città, in molti, soprattutto sui social network, stanno alimentando una furibonda polemica contro le opere stesse, ritenute poco utili se non addirittura offensive dell’immagine della città.
A suscitare reazioni particolarmente accese è, soprattutto, la grande tabella composta in singole piastrelle ceramiche con la scritta “Girgenti”. Non tanto per l’ennesima indicazione del toponimo imposto al centro storico circa un anno fa (ve ne è una già in piazza Aldo Moro, posta da privati, ma nessun “benvenuti ad Agrigento” o anche solo un cartello che indichi la via Atenea) ma quanto piuttosto per le scelte fatte dall'autore delle opere ceramiche poste lungo la scalinata (in totale tre panchine, alcuni totem ceramici che richiamano temi della classicità e alcune piastrelle singole collocate alla base del finto pozzo che si trova ad inizio scala). La tabella, dicono, è brutta, e le scelte che hanno riguardato la revisione del logo della città addirittura offensive del decoro della stessa. Così ieri, dopo tanta indignazione social, è partita addirittura una petizione on line su charge.org che ieri pomeriggio era stata già firmata da 160 persone, con tendenza al rialzo. Il titolo è inequivocabile: «Togliete la brutta targa in ceramica posta all'inizio di salita Madonna degli Angeli».
Se il sindaco Firetto glissa sulle polemiche, giacché la procedura di selezione dell’autore è stata pubblica, è Parrucca a rivendicare il lavoro fatto, precisando tuttavia che lui si è attenuto al progetto presentatogli da parte del Comune e della Facoltà di Architettura, aggiungendo ovviamente la manodopera e la sua particolarissima visione artistica.
Oltre alle polemiche, tuttavia, c’è di più. Se in fase di collocazione della tabella, gli operai hanno rimosso un bene privato che è stato in fretta e furia riposizionato dopo l’intervento dei proprietari (si tratta nel dettaglio di una piccola ringhiera decorativa) dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento qualcuno avrebbe un po’ storto il naso a vedere i lavori completati. Le indicazioni, che hanno modificato molto il progetto originario, non sarebbero state rispettate, dato che l’Ente di tutela aveva consigliato più che un’aggiunta di nuovi elementi una riqualificazione dei luoghi.