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Palma di Montechiaro, un ciclone dentro al Comune

Di Antonino Ravanà |

Palma di Montechiaro (Agrigento) – Oltre cento concessioni edilizie dietro pagamento di mazzette, un paio di appalti truccati e altre varie contestazioni. Per questi motivi sono nei guai un ex sindaco di Palma di Montechiaro, ex dirigenti dell’Utc dello stesso Comune, alcuni ex consiglieri comunali, un vigile urbano, diversi professionisti e semplici cittadini.

La Procura della Repubblica di Agrigento, a firma dei Pubblici ministeri Andrea Maggioni e Matteo Delpini, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 29 persone, quasi tutte residenti a Palma di Montechiaro. Per diversi indagati contestata l’associazione a delinquere. Tra i promotori l’architetto, oggi pentito Giuseppe Tuzzolino, e l’ex sindaco di Palma di Montechiaro, Rosario Bonfanti, entrambi indagati nell’inchiesta, anche se il primo già ha patteggiato la pena a un anno e dieci mesi di reclusione, seguì la scarcerazione e l’inizio di una collaborazione con i magistrati agrigentini, poi con la Dda di Palermo. Questo l’elenco delle altre 27 persone indagate: Gaetano Scicolone, Salvatore Di Vincenzo, l’architetto Calogero Baldo, Angelo Romano, Baldassare Ginnanti, Rosa Maria Geluardi, Nicolò Vicari, Emanuele Bellia, Giuseppe Amato, Calogero Amato, Rosario Amato, Rosario Mangiavillano, Angelo Santamaria, Salvatore Di Vincenzo, Gioacchino Caizzi, Maria Di Salvo, Felice Melluso, Teresa Zimmile, Raimondo Lauricella, Beate Rotzel, Giuseppe Rumè, Paolo Rumè, Luigi Di Falco, Carmelo Puzzangaro, Calogera Contrino, Rosario Bellanti, e poi ancora Giuseppe Vinciguerra (a cui viene contestato solo un episodio).

I fatti contestati risalgano al periodo fine 2010 e fino al 2012. Devono rispondere di associazione a delinquere l’ex sindaco Bonfanti, Scicolone, Baldo, Ginnanti e Geluardi. Tra le vicende l’affidamento di una gara d’appalto per alcuni lavori ad una ditta, ritenuta “amica” dell’Amministrazione comunale, allora guidata da Rosario Bonfanti. Secondo la Procura più persone avrebbero messo in atto un’associazione, finalizzata ad accaparrarsi appalti pubblici milionari, creando anche false concessioni edilizie i cui proventi non venivano versati al Comune, ma sarebbero finiti nelle tasche della cosiddetta “cricca”. Il filone principale riguarda il rilascio di oltre cento concessioni edilizie a cittadini palmesi, senza alcun titolo e prive di qualsiasi autorizzazione o sanatoria, in cambio di tangenti. Dietro l’inchiesta una complessa attività di indagine, che ha svelato i meccanismi clientelari nella gestione di un settore nevralgico per l’Amministrazione comunale, vale a dire l’Ufficio dell’Utc. Sarebbe emersa la sistematicità delle relazioni preferenziali instaurate all’interno di questo Ufficio tra i dirigenti di allora, professionisti e cittadini interessati alla documentazione edilizia.

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