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Azzurri “oro” nel sincro ai Mondiali con un esercizio sul tema “Scream from Lampedusa”

Di Redazione |

Due anni fa il grande salto: il sincro declinato al maschile da tabù diventa disciplina mondiale. Un traguardo dopo una battaglia durata anni, e portata avanti dal pioniere della specialità, quel Bill May che proprio a Kazan, quando il sincro entra ufficialmente nel programma iridato, conquista un oro che sa di vittoria contro una discriminazione al contrario. In Italia il sogno lo ha coronato Giorgio Minisini, innamoratosi della disciplina acquatica proprio guardando il sincronette americano: nel 2015 al primo mondiale con il duo misto in gara l’azzurro, allora diciannovenne, era andato oltre tornando a casa con un doppio bronzo, salendo sullo stesso podio in cui Bill May a 36 anni c’è da campione del mondo.

A Budapest la favola: Minisini in coppia con Manila Flamini nel tecnico conquista l’oro, il primo nella storia iridata del sincro azzurro. Un obiettivo a cui l’atleta delle Fiamme Oro, cresciuto a Ladispoli cittadina di mare alle porte di Roma, ha lavorato da quando a sei anni ha mosso i primi passi in acqua: una passione ereditata da mamma Susanna, sincronette, ma trasformata in sport quando proprio a Roma nel 2000 vide il ‘sirenettò May esibirsi in vasca. Poi una strada fatta di allenamenti, fatica e tenacia: ma anche pregiudizi e non poche diffidenze da parte di chi il sincro continua a considerarlo uno sport solo per donne. «Sono certo che attraverso le nostre esibizioni il movimento crescerà, magari un giorno arriveremo anche alle Olimpiadi», diceva già due anni fa Minisini.

A Budapest il salto è diventato triplo: in acqua il duo Minisini-Flamini conquista la giuria con un esercizio che racconta il dramma dei migranti, sulle note di A scream from Lampedusàìa. «Volevamo spiegare il dramma di quanti scappano dai loro paesi per povertà, guerra e persecuzione – dice il campione azzurro – per venire in Italia. Non per prenderci il lavoro e ucciderci, ma per disperazione. Non vengono in vacanza da turisti, fuggono da tragedie e spesso ne trovano altre». Un’esibizione che si è aperta con il grido di dolore, a rimarcare la sofferenza di chi fugge da guerra e terrore, e si è chiuso con quello di gioia per una medaglia inedita. L’Italia del sincro è d’oro, e Giorgio Minisini alla sua storia da favola ha aggiunto il capitolo più atteso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA