Il tonfo di Giusy Nicolini, simbolo di Lampedusa nel mondo
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LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - L’ultimo riconoscimento le è venuto dall’Unesco due mesi fa per avere "salvato la vita» a numerosi migranti e per averli «accolti con dignità». Per questo Giusi Nicolini è diventata un simbolo nel mondo. Ma tanto non è bastato per assicurarle la rielezione come sindaco di Lampedusa. E’ stato eletto l’ex sindaco Totò Martello, vecchia guardia della sinistra e anche Filippo mannino del M5s ha preso più voti. Nicolini non vuole commentare la sconfitta ma è andata negli uffici comunali a portare via le proprie cose.
Di lei rimangono le immagini crudeli che la riprendono sulla banchina del porto davanti a una fila di corpi allineati. Il suo volto era accanto a quello del Papa che nel luglio 2013 si era recato nell’isola, ultimo lembo d’Italia, per essere vicino ai disperati che muoiono in mare per fuggire da guerre e miseria. Nell’ottobre dell’anno scorso Matteo Renzi l’aveva voluta accanto a una cena con Obama alla Casa Bianca. E qualche settimana fa lo stesso Renzi l’aveva chiamata alla segreteria nazionale del Pd. L’esposizione mediatica ha finito forse per velare le difficoltà che Nicolini incontrava a casa propria, nell’isola dove aveva cominciato tanti anni fa la sua battaglia in difesa dell’ambiente prima di farla diventare esperienza politica.
Con Martello si è ritrovato un altro simbolo dell’isola, Pietro Bartolo, il medico protagonista del film «Fuocoammare». La divisione attraversa ancora un terreno politico avvelenato. Bartolo, ricorda Nicolini, è stato assessore con Martello ma anche con Bernardino de Rubeis (Mpa), sindaco dal 2007 al 2012, condannato a sette anni dal tribunale di Agrigento per una storia di tangenti. Oltre a confrontarsi con il «fuoco amico» di Martello, la sindaca si è ritrovata sulla propria strada altri due agguerriti concorrenti: Filippo Mannino, del M5S, e Angela Maraventano, che qui dà voce alla Lega di Salvini, di cui è stata senatrice, e si batte per fare diventare Lampedusa una «zona franca». Ma mentre Maraventano raccoglie solo il 6 per cento, Martello schizza al 40 e Mannino sfiora il 30. Nicolini è terza con il 24,38. Poco per un simbolo noto in tutto il mondo.
E l'ex premier Matteo Renzi la ringrazia su Facebook: «Vorrei dire grazie a Giusi Nicolini. In questi anni lei è stata un punto di riferimento per molti in Italia e in Europa, impegnata in una difficile sfida culturale: far capire che i valori non si barattano con la paura. Ieri Giusi ha perso a Lampedusa, succede. In politica si può vincere, si può perdere. Ma la qualità dei rapporti umani - se autentici - non vengono mai meno. Grazie Giusi per la tua testimonianza di questi anni. Lavoreremo ancora nel Pd, avanti, insieme».